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mercoledì 10 maggio 2017

Cornetto&Cappuccino. Tutti querelano tutti



Tutti querelano tutti

In tempi bui e soprattutto magri, tutti i mezzi sono buoni per portare un po' di pane e companatico a casa. Così, dalle rapine a mano armata agli scippi, dai furti in casa con i proprietari pronti a sparare pure alla zanzara tigre, ai furtarelli al supermercato fino allo scasso della cassetta delle elemosine, in Italia ci stiamo abituando a prendere quello che appartiene agli altri pur di soddisfare le nostre piccole esigenze quotidiane. Ma con il passare degli anni, uno degli affari più redditizi in circolazione, e l'Ordine degli avvocati ringrazia, è la querela, quella che prevede, se si trova un giudice disposto a dar ragione, anche sostanziosi risarcimenti. Tutto, ma proprio tutto, fuorché lavorare.
Ai tempi di Silvio, la querela era il mezzo per tacitare gli avversari, soprattutto i giornalisti che si permettevano di scrivere che quelle cene eleganti non erano poi così eleganti. Silvio, con Sir Biss-Ghedini, querelava a ritmi impressionanti, bastava battere un ciglio e l'avvocato depositava la querela in tribunale. E anche se l'atto giudiziario non era suffragato da fatti, già il minacciarla rappresentava comunque un deterrente. Nacquero così le querele temerarie, quei procedimenti che non avrebbero portato a nulla, men che meno a risarcimenti, ma che rappresentavano comunque un modo per far dire agli italiani “se ha querelato vuol dire che ha ragione”.
La lezione di Silvio, purtroppo, è stata recepita da molti se non da tutti. Uno che querelava a ogni piè sospinto era Maurizio Gasparri, ma non ci risulta che abbia vinto una causa che fosse una.
In questi giorni, lo sport della querela temeraria è andato avanti, è progredito al punto tale che basta dire una cosa che non va giù all'avversario politico e la querela parte (o almeno si minaccia).
Il governatore del Lazio dice che Roma è sporca? Il Comune querela nonostante centinaia di foto di comuni cittadini dimostrino il contrario. Il candidato sindaco dei FiveStars a Palermo, Ugo Forello, lucrava sui fondi destinati alle vittime del pizzo? E lui querela, nonostante registrazioni vocali testimonino che in effetti, qualcosa di poco pulito c'era.
L'ultima è di ieri. È uscita un'anticipazione del prossimo libro di Ferruccio De Bortoli nel quale l'ex direttore del Corriere della Sera afferma che Maria Elena Boschi intercesse presso Unicredit per farle acquistare Banca Etruria, la famosa banca del papà vicepresidente. Apriti cielo, i FiveStars hanno già chiesto le sue dimissioni e cavalcato alla grande lo scoop, mentre Maria Elena Boschi, rispondendo a stretto giro di comunicato stampa, ha detto che li querelerà. Sì, vabbé, ma perché querelare i FiveStars e non Ferruccio De Bortoli che quelle cose le ha scritte? Onestamente, De Bortoli fautore di fakenews ci sembra un azzardo, di solito l'ex direttore prima di scrivere ci pensa quattro volte, magari, però, questa volta si è sbagliato (sic!).
Ora aspettiamo querele a pioggia da parte dei commercianti. Sono usciti gli Studi di settore del Dipartimento delle Finanze nei quali si dice (conti e statistiche alla mano), che i contribuenti più poveri in assoluto sono appunto i commercianti, 22.500 euro di reddito medio a fronte dei 44.300 dei professionisti. Siccome sono già iniziati i risolini e la gente per strada si dà gomitate complici e lancia occhiatine ammiccanti, i commercianti hanno annunciato querela nei confronti di chi prova a ridere e a tirarsi gomitate.
Così, tanto per dissuasione. D'altronde è meglio prevenire che essere accusati di evasione fiscale.


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