La
solitudine della numero uno
È
finita come doveva. America First ha vinto su tutta la linea e la
vecchia Europa è stata costretta ad abbassare toni e pretese. Niente
di nuovo sotto il bellissimo sole di Taormina e di Giardini Naxos,
niente di nuovo nella politica isolazionista e autodifensivista del
Trump “russia-inciucione”. Pieno di guai in patria, Donald Duck
rivolge all'esterno le sue attenzioni, esattamente come sono stati
usi a fare i presidenti americani per risolvere le controversie interne.
Quando qualcuno aveva problemi a casa sua, si inventava una guerra
esportatrice di democrazia all'estero e il gioco era fatto, e l'arma
di distrazione di massa innescata come la vecchia baionetta della
fanteria. All'America di Trump, di noi poveri europei non frega una
mazza, anzi. Negli USA si vendono troppe Mercedes, e Ferrari e Alfa
Romeo rappresentano ancora un mito. E le Mustang? Evidentemente agli
americani la Ford sta stretta. Non parliamo poi del vino, del
parmigiano, della moda, dello champagne, dei gioielli, dell'arte e
della cultura perché altrimenti The Donald ci manda un paio di
bombardieri. A lui del clima interessa come il frigorifero agli
eschimesi e le stufe agli indigeni del Borneo, per cui gli accordi di
Parigi non valgono manco una messa, solo una risata. È stato nel
pomeriggio di sabato che Angela, che nella sua vita ne ha sentite di
tutti i colori, è sbottata e con un bicchiere di Spaten in mano, si
è rivolta ai suoi dicendo: “Ancora una volta abbiamo rimasti
soli”, parafrasando un Don Backy del 1965, quando girava nuda,
felice e spensierata sulla spiaggia del Mar Baltico ex DDR. Per poi
aggiungere: “Noi europei dobbiamo davvero prendere il destino nelle
nostre mani”. Questo significa che fino a Taormina, gli europei non
erano padroni del proprio destino e che, quando ci incazzavamo per il
concetto di autarchia rivolto agli altri, era sbagliato prendersela
con lei e non con chi la telecomandava a distanza. La pacchia è
finita, la Nato se ne sta andando, che inutile G 7 amore mio, abbiamo
aspettato tanto per vederci, ma non è servito a niente.
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