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lunedì 10 febbraio 2014
La strana teoria dei “sigilli” e delle leggi in corsa. In Italia tutto è possibile fuorché la logica
Certo però che viviamo in un
paese strano. Sarà anche vero che lo siamo (strani) dall'inizio
della nostra storia repubblicana, però negli ultimi anni la
stranezza ha assunto, chiamiamoli così, aspetti da psico-patologia
compulsiva, come per lo shopping defatigante e antistress. Non
esistono più regole del gioco condivise, ognuno si fa le sue e
fanculo gli altri. Vince il centrosinistra e modifica unilateralmente
la Costituzione, vince il centrodestra e abroga il falso in bilancio,
partono i lodi, subentrano le leggi ad personam, si cambiano
cittadinanze e pure la legge elettorale viene studiata in base alle
possibilità di vittoria di uno schieramento tenendo conto dei
sondaggi. È come se una squadra di calcio potente modificasse di
volta in volta il regolamento tenendo in considerazione gli
squalificati, gli infortunati, il colore degli occhi dell'arbitro e
l'appartenenza dello stesso a un partito politico o a un altro. Il
rispetto delle leggi vigenti è diventato un optional. Nei nostri
tribunali, proprio alle spalle del giudice, c'è scritto “La legge
è uguale per tutti”, il sottopancia in vigore attualmente è “Per
qualcuno lo è di più”. Si dice: “Lui ha 10/9/8/7 milioni di
italiani che lo votano e quindi può fare quel che cazzo gli pare”.
A noi che abbiamo quasi 600 amici su Facebook non ci è concesso
neppure di non pagare una multa per divieto di sosta. Lo riteniamo
intollerabile però è così, abbiamo parcheggiato a pene di segugio,
è giusto che il vigile ci multi. Mutatis mutandis: se ci troviamo di
fronte a una porta con i sigilli giudiziari, sappiamo che se ci viene
lo schiribizzo di togliergli, ci becchiamo una denuncia penale. È
logico, è la legge bellezza, sono le regole del gioco che fin quando
ci sono siamo costretti a rispettare. Non farlo significa ciurlare
nel manico vestendosi di arroganza e dando il via a una serie di
violazioni sapendo perfettamente che tali sono. Dopo la denuncia che
Grillo si è beccato per aver tolto i sigilli a una baita No-Tav, la
battuta del comico tornato comico, ci è piaciuta: “Nove mesi
passano presto”, ha detto Beppe commentando la richiesta
dell'accusa nel processo che lo riguarda. E sarebbe molto bello se i
nove mesi di galera Grillo li scontasse davvero. Contrariamente a
quanto fatto da qualche altro leader extraparlamentare, sarebbe un
bell'esempio di stare sul pezzo e non fuggire. Invece no, parla anche
lui di magistratura a orologeria, di giudici politicizzati, di deriva
giudiziaria della politica. Ma Beppe fa lo gnorri, lo sa di aver
commesso un reato, però sa perfettamente che in questo paese, la
legge sarà pure uguale per tutti ma per qualcuno lo è sicuramente
di più. Dai Beppe, nove mesi di servizi sociali e un istant-book da
top ten con dvd allegato, sarebbe una bella boccata d'aria fresca per il tuo conto
corrente impoverito dal gioco della politica e uno schiaffo simbolico
al Capataz.
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LE DUE ITALIE
RispondiElimina(Quella dei ricchi e QUELLA DEI POVERI SFRUTTATA DA I PRIMI)
Un giorno mi hanno chiesto Descrivi in poche parole cose la vita.
Io risposi per me la vita è un’impronta nella sabbia l’unica prova del tuo passaggio?
Sono i ricordi belli ho brutti che lasci di te ai posteri.
Purtroppo oggi i ricordi brutti grazie ai beoti primeggiano. VITTORIO