“Sono
stata messa in mezzo”. Così ieri sera la presidente della Camera,
Laura Boldrini, da Fabio Fazio, come sempre amorevolmente accorso al
capezzale del politico vilipeso di turno. Fermi restando i metodi e
gli strumenti usati dai 5S, resta il fatto politico: il continuo ricorrere
lettian-berlusconiano al decreto e al voto di fiducia. Aggravante,
questa volta, la paraculata di aver messo insieme la scadenza del
decreto sull'abolizione della seconda rata dell'Imu e la riforma di
Bankitalia. Roba da dorotei, LettaLetta ha pensato bene di far
passare la porcata dell'ennesimo regalo alle banche, insieme al tocco
di classe delle mani in tasca agli italiani. La strategia era
semplice, o passava la porcata o gli italiani si sarebbero incazzati
a morte con le opposizioni che li avrebbero costretti a mettere mano
al portafoglio. Questo il fatto storico. Il resto, dagli schiaffi al
“fammi un pompino”, sono tutta un'altra storia. Laura Boldrini ha
parlato di “invasati”, di “gente che aveva perso ogni
controllo”, di “attentato alla democrazia”, di “fascismo
strisciante”. Se pensiamo che di questa gente avremmo avuto bisogno
ogni volta che la Camera votava un lodo pro-Silvio o quando, a
maggioranza, attribuì a Ruby una diversa cittadinanza
inventandosi un inesistente albero genealogico, siamo un po'
condizionati dall'esprimere un giudizio che non parta dalla pancia.
Diciamolo, quanti di noi avrebbero voluto che gli onorevoli del Pd si
fossero gettati a corpo morto sul banco del governo innalzando lo
striscione “corrotti”? E quante volte abbiamo invitato sempre gli
“istituzionali” pidini ad abbandonare la Camera e darsi
all'Aventino perché Silvio l'aveva svuotata di ogni prerogativa?
L'unico che dava senza vergogna del “pregiudicato” a Silvio era
Tonino Di Pietro, per questo, per un po', lo abbiamo ammirato. A
questo governo, banco-centrico come il precedente, non facciamo
nessuno sconto né, a livello puramente politico, ci sentiamo di dar
torto ai grillini. Quelle che riteniamo intollerabili e insopportabili, sono le offese
a sfondo sessista contro la Boldrini e le deputate del Pd, come
intollerabile e insopportabile è lo schiaffo dato da Stefano Dambruoso alla 5S
Loredana Lupo. C'è ancora questo strascico di berlusconismo machista
e omofobo che, con tutta evidenza, è difficilissimo da estirpare. Il
peggio degli italiani, quello di considerare ancora la donna come una proprietà
privata o, peggio, una bambola gonfiabile, che emerge anche dove non te lo
aspetteresti mai. Il “culona inchiavabile”, “Lei è tanto intelligente quanto bella”, “Quante volte vieni” o “Posso
palpeggiarle il culo”, sono frasi che appartengono a una gergalità
odiosa che affonderà anche le radici nella pancia degli italiani, ma
che fa comunque schifo. Leggere quindi le dichiarazioni di Claudio
Messora del Movimento5Stelle, che risponde alla Boldrini che parla
di “istigazione allo stupro”, con: “Cara Laura, volevo
tranquillizzarti... Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti
potenziali stupratori, … tu non corri nessun rischio!”, è da
macho de noantri un po' idiota e parecchio sgrammaticato visto che
non conosce l'uso del condizionale (figuriamoci come combatterà con
il gerundio), e parla sempre al presente come un giornalista del TG4
qualsiasi. Un po' razzisti un po' omofobi... ma Beppe perché non fai lo
screening a qualche tuo deputato? Un microchip risolverebbe parecchi
problemi.
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