Il
Tar del Lazio dà ragione a Massimo Decimo Meridio
Il
Gladiatore,
interpretato da Russell
Crowe,
è stato un capolavoro. Oddio, fondamentalmente è una grande
cazzata, ma se vi chiamaste Massimo
e il Colosseo
tutto, all'unisono, urlasse il vostro nome, con l'ego che inizia a
strabordare lo riterreste anche voi un capolavoro. Ma il punto non è
questo, a fare la guardia ai gladiatori e quindi anche all'Ispanico,
chi c'era? I centurioni.
A
Roma,
i centurioni abbondano ancora oggi, li trovate dappertutto. “Aò,
che t'haaa fai 'na foto co' mme? So' cinque euri”.
Sembra
una boutade ma la Capitale
d'Italia
vive anche di questo, dei Centurioni
che rappresentano il folklore di una città che sarà pure Eterna
ma ha mille problemi. Con i capelli intrisi di gel, le corazze
comprate a poco nei magazzini di Cinecittà
o confezionate a notte fonda dalle mogli, le daghe di legno, i
calzari fatti a mano dal calzolaio sotto casa, quello che ha la
bottega sulla destra del pizzicagnolo, la cresta dell'elmo ricavata
paro paro dalla scopa, tanto che se la moglie decide di acquistare un
Mocho
Vileda,
il centurione si inalbera, i militi dell'antica Roma
attirano frotte di turisti giapponesi manco fossero samurai.
È
il fascino, neppure troppo discreto, della Storia con la esse
maiuscola. Intere legioni romane conquistavano allora l'Europa
e l'Africa
NordOrientale
e i turisti, che di storia romana sanno una mazza, credono di
trovarsi in un film di Sergio
Leone,
anche se furono gli americani, Joseph
L. Mankiewicz in
testa, a girare i migliori.
Nel
tempo i centurioni sono cresciuti a dismisura. Alemanno
aveva pensato di assoldarli come guardie del corpo al posto di quelli
di Casa
Pound,
ma non se ne fece nulla: i centurioni guadagnavano di più con le
foto poi, un flirt con qualche turista poteva anche scapparci. Oggi
sono davvero tanti, altro che una legione, messi insieme ne
compongono almeno tre e fanno paura. Sembra che il tempo si sia
fermato al 100
a.c.,
data di nascita di Giulio
Cesare,
eppure l'acqua del Biondo
Tevere
non ha mai smesso di scorrere e ai tanti sindaci DC
e PCI
che si sono succeduti, oggi sullo scranno più alto del Campidoglio
siede una donna, Agrippina
detta Virginia.
Agrippina,
cioè Virginia,
stanca di farsi ogni giorno le foto con i centurioni, a dicembre
aveva deciso che no, questa cosa parecchio simile al burlesque doveva
finire. Emanato l'editto imperiale, alias ordinanza sindacale, di
allontanamento dei pretoriani dal Centro, non si aspettava di certo
che le fedeli coorti si ribellassero. E si sono ribellate talmente
tanto che hanno deciso di impugnare l'editto presso il Tar
del Lazio
che, esaminate le carte e constatata l'assenza di motivazioni valide
da parte del Comune, ha revocato il divieto e concesso ai centurioni
di riappropriarsi di quello che la Storia aveva dato loro.
La
sindaca ha confermato in toto la sua ordinanza ma si sa, i FiveStars
seguono una sola dottrina giurispudenziale, la loro.
L'unica
cosa che non siamo riusciti a capire nelle manifestazioni di protesta
dei centurioni, sono stati i cartelli inneggianti a Spartacus.
Ma Kirk
Douglas-Spartaco,
che diavolo c'entra con i centurioni che lo hanno combattuto
strenuamente fino alla fine?
A
centurioni, ripassare un po' di Storia no, vero?
Nessun commento:
Posta un commento