Questa
volta parlo di me, con ciò voglio dire “noi” perché UT
siamo noi.
Siamo
nati 10 anni fa seguendo una sola intuizione, dimostrare che dietro
una parola si nascondono mille significati e che nulla è come
appare. Eravamo in piena epoca silviesca e i cervelli erano
sistematicamente smerigliati da una società malata di protagonismo a
ogni costo. La pubblicità (le pubblicità) era martellante e per
vivere seguendone le regole, si ammazzavano i genitori per rubarrne
l'eredità. Che qualcosa occorresse farla era parte integrante della
vita di tre persone, Pier Giorgio Camaioni, creativo,
Francesco Del Zompo, grafico e il sottoscritto, giornalista dalla
tastiera inquieta. Eravamo consapevoli che occorrresse lanciare un
messaggio ma, non avendo dalla nostra parte nessun editore
quattrinoso, per alcuni mesi abbiamo pensato come sopperire a una
mancanza strategico-economica fondamentale. La decisione fu: vivremo
di noi stessi. E lo facemmo.
Dal
primo numero, presentato un pomeriggio di marzo del 2007
all'Auditorium “Lesca” di San Benedetto del
Tronto, sono passati dieci lunghissimi anni e UT ha sempre
tenuto, nonostante le difficoltà e i sensi di abbandono che ci hanno
segnato l'esistenza, il ritmo della bimestralità. Dieci anni
avrebbero dovuto editare 60 numeri e sessanta numeri, a giugno con il
“Profumo”, saranno.
All'inizio
facevamo a meno della redazione, decidevamo tutto noi. La media di
età dei collaboratori era di 60/70 anni, scesa negli ultimi
numeri a 30/40. Abbiamo scoperto moltissimi giovani dandogli
la possibilità del primo contatto con il pubblico. Qualcuno è
diventato famoso, ha scritto libri e sceneggiature, intrapreso la
carriera di giornalista e di saggista. Altri si sono persi per
strada, segno inequivocabile che per affrontare qualsiasi mestiere,
oltre alla bravura serve la passione.
In
questi anni abbiamo avuto redattori che sono entrati e usciti, a
nessuno abbiamo puntato la pistola alla tempia, dando a tutti la
possibilità di decidere se starci o no. Oggi abbiamo trovato una
ideale quadratura del cerchio e la “squadra” di UT è
solida, stabile, animata da quella voglia di fare che o c'è o non
c'è.
Enrica
Loggi, la fantastica poetessa Enrica Loggi, è con noi
dall'inizio. Ha creduto nel nostro progetto mettendoci a disposizione
i suoi versi e la capacità di giudicare gli altri, non a caso è il
nostro punto di riferimento per la poesia. Giampietro De Angelis,
responsabile con Rosita Spinozzi della sezione prosa, è un
nostro coetaneo amante della “parola” e dell'uso che ne si fa. Ha
sempre scritto ma, con UT, è cresciuto in maniera
esponenziale. Rosita Spinozzi è una giornalista impegnata
soprattutto nella cultura e nello spettacolo, e del giornalista ha i
vezzi e le manie, i pregi e il difetto (senza il quale non sarebbe
una giornalista) di andare sempre a fondo delle cose, non lasciando
mai nulla al caso. E c'è Salvo Lo Presti, attore, poeta,
scrittore, fine dicitore, creativo a tutto tondo nell'immenso mondo
culturale. Ultimo entrato, Salvo è un valore aggiunto che ci
ha dato quel passo in più che ci era indispensabile. Il gruppo
organizzazione/eventi è composto da Michaela Menestrina
che coordina il nostro lavoro da Verona
(in tempo di Internet è possibile) e da Roberto
Tamburrini che si è offerto di ricoprire il ruolo del jolli,
dove serve lui c'è sempre. E Sabatino Polce, amico di UT e
valente collaboratore di ogni presentazione. E Dante Marcos
Spurio, fotografo eccezionale che cura la rubrica dedicata alla
fotografia. Alceo Lucidi, l'unico saggista ad avere il suo
spazio fisso in UT. Per ultimo, ma non ultimo in ordine di
importanza, Giuseppe Piscopo, illustratore, scrittore,
vignettista di Napoli che ci segue da quando eravamo in fasce
e ci regala, numero dopo numero, gli elzeviri che sono ormai entrati
nella storia della nostra rivista.
Pier
Giorgio Camaioni, che come a tutti i “giovani” settantenni
piace cambiare, ci prende e ci lascia come fossimo amanti disperati.
Quando non c'è ci manca, quando c'è dobbiamo richiamarlo a più
miti consigli. Francesco Del Zompo e io siamo gli stessi
dall'inizio, con qualche gioia in più ma anche con parecchie ferite
che il tempo (vedremo se è davvero galantuomo), provvederà a
sanare. Ne abbiamo viste e passate tante ma forse, proprio grazie a
Francesco e me, oggi UT può festeggiare i suoi dieci
anni di vita. Infine ci siete voi, i nostri lettori, gli unici che ci
hanno permesso di resistere alle tempeste, gli unici per i quali vale
la pena di continuare a esistere.
Se ho
dimenticato qualcuno chiedo scusa, purtroppo anch'io comincio ad
avere una certa...
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