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lunedì 24 aprile 2017

Cornetto&Cappuccino. UT ovvero, quando una rivista vive a dispetto dell'indifferenza

Questa volta parlo di me, con ciò voglio dire “noi” perché UT siamo noi.
Siamo nati 10 anni fa seguendo una sola intuizione, dimostrare che dietro una parola si nascondono mille significati e che nulla è come appare. Eravamo in piena epoca silviesca e i cervelli erano sistematicamente smerigliati da una società malata di protagonismo a ogni costo. La pubblicità (le pubblicità) era martellante e per vivere seguendone le regole, si ammazzavano i genitori per rubarrne l'eredità. Che qualcosa occorresse farla era parte integrante della vita di tre persone, Pier Giorgio Camaioni, creativo, Francesco Del Zompo, grafico e il sottoscritto, giornalista dalla tastiera inquieta. Eravamo consapevoli che occorrresse lanciare un messaggio ma, non avendo dalla nostra parte nessun editore quattrinoso, per alcuni mesi abbiamo pensato come sopperire a una mancanza strategico-economica fondamentale. La decisione fu: vivremo di noi stessi. E lo facemmo.
Dal primo numero, presentato un pomeriggio di marzo del 2007 all'Auditorium Lesca” di San Benedetto del Tronto, sono passati dieci lunghissimi anni e UT ha sempre tenuto, nonostante le difficoltà e i sensi di abbandono che ci hanno segnato l'esistenza, il ritmo della bimestralità. Dieci anni avrebbero dovuto editare 60 numeri e sessanta numeri, a giugno con il “Profumo”, saranno.
All'inizio facevamo a meno della redazione, decidevamo tutto noi. La media di età dei collaboratori era di 60/70 anni, scesa negli ultimi numeri a 30/40. Abbiamo scoperto moltissimi giovani dandogli la possibilità del primo contatto con il pubblico. Qualcuno è diventato famoso, ha scritto libri e sceneggiature, intrapreso la carriera di giornalista e di saggista. Altri si sono persi per strada, segno inequivocabile che per affrontare qualsiasi mestiere, oltre alla bravura serve la passione.
In questi anni abbiamo avuto redattori che sono entrati e usciti, a nessuno abbiamo puntato la pistola alla tempia, dando a tutti la possibilità di decidere se starci o no. Oggi abbiamo trovato una ideale quadratura del cerchio e la “squadra” di UT è solida, stabile, animata da quella voglia di fare che o c'è o non c'è.
Enrica Loggi, la fantastica poetessa Enrica Loggi, è con noi dall'inizio. Ha creduto nel nostro progetto mettendoci a disposizione i suoi versi e la capacità di giudicare gli altri, non a caso è il nostro punto di riferimento per la poesia. Giampietro De Angelis, responsabile con Rosita Spinozzi della sezione prosa, è un nostro coetaneo amante della “parola” e dell'uso che ne si fa. Ha sempre scritto ma, con UT, è cresciuto in maniera esponenziale. Rosita Spinozzi è una giornalista impegnata soprattutto nella cultura e nello spettacolo, e del giornalista ha i vezzi e le manie, i pregi e il difetto (senza il quale non sarebbe una giornalista) di andare sempre a fondo delle cose, non lasciando mai nulla al caso. E c'è Salvo Lo Presti, attore, poeta, scrittore, fine dicitore, creativo a tutto tondo nell'immenso mondo culturale. Ultimo entrato, Salvo è un valore aggiunto che ci ha dato quel passo in più che ci era indispensabile. Il gruppo organizzazione/eventi è composto da Michaela Menestrina che coordina il nostro lavoro da Verona (in tempo di Internet è possibile) e da Roberto Tamburrini che si è offerto di ricoprire il ruolo del jolli, dove serve lui c'è sempre. E Sabatino Polce, amico di UT e valente collaboratore di ogni presentazione. E Dante Marcos Spurio, fotografo eccezionale che cura la rubrica dedicata alla fotografia. Alceo Lucidi, l'unico saggista ad avere il suo spazio fisso in UT. Per ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, Giuseppe Piscopo, illustratore, scrittore, vignettista di Napoli che ci segue da quando eravamo in fasce e ci regala, numero dopo numero, gli elzeviri che sono ormai entrati nella storia della nostra rivista.
Pier Giorgio Camaioni, che come a tutti i “giovani” settantenni piace cambiare, ci prende e ci lascia come fossimo amanti disperati. Quando non c'è ci manca, quando c'è dobbiamo richiamarlo a più miti consigli. Francesco Del Zompo e io siamo gli stessi dall'inizio, con qualche gioia in più ma anche con parecchie ferite che il tempo (vedremo se è davvero galantuomo), provvederà a sanare. Ne abbiamo viste e passate tante ma forse, proprio grazie a Francesco e me, oggi UT può festeggiare i suoi dieci anni di vita. Infine ci siete voi, i nostri lettori, gli unici che ci hanno permesso di resistere alle tempeste, gli unici per i quali vale la pena di continuare a esistere.
Se ho dimenticato qualcuno chiedo scusa, purtroppo anch'io comincio ad avere una certa...





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