M5S. Se sei nero ti tirano le pietre. E qualche insulto razzista
Premessa
indispensabile: non faccio parte dei “poteri forti”. Non ho un
editore che mi paga, De Benedetti compreso. Sono un giornalista
libero che, arrivato a un certo punto della sua vita, prende spunto
dai fatti per esprimere una opinione personale cercando di ragionare.
Non sono duttile né malleabile come l'oro, al più duro come il
bronzo, faccia compresa.
Ho
dovuto esprimere questi concetti elementari perché sono abituato
agli insulti di chi parla avendo la Bibbia (e la verità) in mano,
chiarire, come prevenire, è meglio che curare.
Il
fatto di oggi riguarda un signore che si chiama Alì Listi Maman. È
originario del Niger e dopo anni di attività politica come
presidente della fondazione Gange Onlus, è diventato il simbolo
dell'accoglienza e dell'integrazione a Palermo, realtà
difficilissima e cuore aperto sul Mediterraneo. Deciso a scendere
nella politica attiva della città in cui vive, Alì aveva deciso di
presentarsi con i FiveStars al consiglio comunale nelle prossime
elezioni amministrative di primavera.
Portatore
di esigenze (ma anche di soluzioni) maturate nella lunga esperienza
di immigrato-non-per-scelta, Alì aveva pensato che le sue idee e il
suo lavoro avessero potuto essere d'aiuto in quello che è, e resterà
ancora per anni, un problema. Al momento della presentazione del
programma però, delle sue proposte e delle sue sensibilità manco
una riga, e non è stato neppure come parlare a suocera perché nuora
intenda, non l'hanno proprio preso in considerazione. Fino a qui
nulla da obiettare. I candidati 5S sanno dove e come colpire,
l'armamentario è trito e ritrito e non c'è verso che il loro
linguaggio possa evolversi in qualche modo e intraprendendo strade
nuove e diverse; in poche parole, al di là dello sfanculamento, c'è
poco o quasi nulla.
Difficile
da commentare, invece, quello che è accaduto quando Alì ha deciso
di rendere pubblico il suo ritiro denunciando: “Mi hanno
emarginato”. Apriti cielo. Sono iniziati a piovere insulti che,
presi da Repubblica.it, riportiamo: “Vai a combattere nel tuo
paese e non rompere i cabasisi”, “Tornatene in Africa”, “Alì
Babà”, “Ma vai a cagare e vatti a fare prendere in giro dal PD”.
Inutile
dire che ad Alì sono arrivati messaggi di solidarietà da quasi
tutte le forze politiche regionali (Lega e FI escluse ovviamente),
invece è importante dire che il Movimento5Stelle siciliano ha preso
le distanze dagli insulti con un comunicato nel quale ha scritto:
“Esprimiamo piena e incondizionata solidarietà ad Ali Listì Maman
per gli insulti a sfondo razzista ricevuti a mezzo social. Chiunque
adoperi un linguaggio discriminatorio e violento non offende soltanto
Alì, ma lede l’immagine stessa del Movimento5Stelle, che ha sempre
fatto del rispetto della persona una sua bandiera”.
Che i FiveStars abbiano fatto del rispetto delle persone la loro bandiera, è un pensiero opinabile. Quindi torniamo a chiederci, oltre il turpiloquio cosa c'è?
Che i FiveStars abbiano fatto del rispetto delle persone la loro bandiera, è un pensiero opinabile. Quindi torniamo a chiederci, oltre il turpiloquio cosa c'è?
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