Don Mario e la messa sospesa per mancanza di fedeli.
Se il carciofo tira più dello spirito
I
continui sold-out di Piazza San Pietro quando parla Papa Francesco,
le folle oceaniche che lo accolgono in tutto il mondo, devono aver
creato una specie di sindrome da solitudine in molti dei parroci
italiani. Sembra quasi che il messaggio destinato anche al più
povero di noi, abbia bisogno, considerata la premessa, di pubblico,
di spettatori possibilmente paganti, di tante persone disposte ad
ascoltarlo per poter essere efficace e penetrare nelle pieghe più
nascoste del nostro desiderio di credere.
Una
volta, tanto tempo fa, mi divertivo (oddio mica tanto) a fare il
cineoperatore nella sala parrocchiale del mio paese. La domenica sera
era un terno al lotto, potevano starci dieci persone o una, lo
spettacolo doveva continuare e non importava che il giorno dopo
dovessi andare a scuola. Addio alla Domenica Sportiva, un saluto
cordiale a Sandokan e via nella neve a fare il mio dovere di
dispensatore di immagini. La fregatura era che il maresciallo della
caserma dei carabinieri, insensibile agli sceneggiati e allo sport,
veniva al cinema solo la domenica sera e come potevo fare a cacciare
il maresciallo? Capitava così che fossimo in tre, il maresciallo, la
maschera e io.
Evidentemente
però, nella chiesa di don Mario Sgorlon, parroco di Sant'Erasmo,
davanti al Lido di Venezia, la domenica non va neppure il maresciallo
dei carabinieri tanto che, stanco di ritrovarsi da solo a celebrare
la messa, ha affisso un cartello sul quale ha scritto: “Messa
sospesa per mancanza di fedeli”. Ovviamente il cartello ha fatto il
giro d'Italia e gli organi di informazione, più o meno ironicamente,
lo hanno commentato.
Don
Mario, intervistato, ha in un primo momento dato la colpa agli esigui
abitanti della parrocchia (circa 40 se sono tutti in salute), poi
alla secolarizzazione in atto da tempo, ancora alla pasquetta e alla
gita fuoriporta e infine, dulcis in fundo, ai carciofi gustati in
tutti i modi di cui la sua zona è ricca e famosa. Insomma, le
parrocchiane in questi giorni sono impegnate a cucinare i carciofi, e
i bisogni dello stomaco, si sa, a volte diventano più pressanti di
quelli dell'anima. L'immortale Totò avrebbe detto: “All'anima dei
carciofi”.
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