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giovedì 27 aprile 2017

Cornetto&Cappuccino. Italia. Sempre più vecchi, sempre meno laureati. Nel 2065 il tonfo


Italia. Sempre più vecchi, sempre meno laureati. Nel 2065 il tonfo

Che non fossimo un paese per giovani lo sapevamo. Ed è chiaro che non essendo un paese per giovani, dobbiamo esserlo per forza per vecchi. Seguendo quello che si sta dimostrando ormai un trend inarrestabile, nel 2045 non ci saranno più soldi, ad esempio, per pagare le pensioni.
Le previsioni demografiche dell'Istat sono chiare. A pagare lo scotto più alto dell'invecchiamento progressivo del Paese sarà soprattutto il Sud che, dato il picco massimo nel 2065, perderà 1,1 milione di residenti giovani. Diversa ma decisamente non ottimistica, la previsione per il Centro-Nord destinato, sempre secondo l'Istat, a un leggero incremento della popolazione grazie alle migrazioni interne ed esterne.
Insomma, gli italiani che oggi sono poco più di 60 milioni, saranno 58,6 milioni nel 2025 e 53,7 nel 2065. Pur in presenza di una leggera ripresa della natalità (lo zero virgola qualcosa), il nostro destino sembra dunque essere segnato. I farmaci e una più accurata politica alimentare, ci consentiranno di arrivare a una media di età di 86,1 anni per gli uomini, e di 90,2 per le donne.
Ma di cosa vivranno e dove vivranno gli ultraottantenni italici? Ah, saperlo!
Probabilmente l'Italia è destinata a floridizzarsi, ci saranno isole per anziani, quartieri per anziani, intere città per anziani, cinema per anziani dove daranno in loop “Via col vento” e “Catene”, discoteche per anziani con Raoul Casadei e Edoardo Vianello che la faranno da padroni, centinaia di McDonald (tanto per ricordare la giovinezza), che a bordo tavolo avranno il secchio d'acqua per il risciacquo delle dentiere. Il Viagra sarà mutuabile e gli intrugli chimici per combattere colesterolo, trigliceridi e glicemia verranno venduti senza ticket e anzi, spediti direttamente a casa senza passare per la farmacia. La “teoria della vena varicosa” avrà il suo perché e le rughe inizieranno a comparire (con la cellulite in bella evidenza) sui manifesti pubblicitari delle creme abbellenti e idratanti.

Non solo. Un'altra ricerca, questa volta di Eurostat, ci dice che gli anziani di cui sopra saranno anche ignoranti e dunque, vecchi e ignoranti. I giovani italiani che riescono a raggiungere uno straccio di laurea sono sempre meno, nel 2016, il 26,2 per cento. Peggio di noi hanno fatto solo i romeni (25,6 per cento), numeri molto inferiori rispetto al 40 per cento previsto in Europa per assicurare una istruzione decente a tutti. In Italia si laurea un giovane ogni 26 abitanti mentre in Lituania, uno e mezzo su due (che diavolo significhi quel “mezzo” stiamo ancora a domandarcelo). Tutti migliorano e noi peggioriamo, così come va decisamente male l'abbandono scolastico con lo zoccolo duro in crescita dei né-né
A studiare, a laurearsi e a occupare posti di sempre maggiore responsabilità sono le donne e non poteva essere altrimenti. Saranno loro la spina dorsale del Paese, saranno loro a portare lo stipendio a casa, saranno loro a decidere su tutto. Guai a quell'uomo che non saprà cuocersi neppure un uovo sodo, per lui si prospettano tempi bui e grami. Meno male che non ci saranno figli in giro altrimenti, per l'ex sesso forte, si prospetterebbero vecchiaie comatose.


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