Contrariamente a quanto accade
per altri personaggi che hanno fatto la storia dell'umanità, per
Ariel Sharon, il Leone di Dio e lo Sciacallo dei palestinesi, non
occorrerà attendere il giudizio dei posteri. Il passeggiatore
domenicale della Spianata delle moschee, è stato un guerrafondaio
responsabile di massacri e di occupazioni tout court, di stragi e di
invasioni feroci e disumane. Inutile dire che in Israele lo stanno
ricordando per i passi (corti, cortissimi) fatti per il processo di
pace e tutti sottolineano il ritiro dei sionisti dalla Striscia di
Gaza. Non c'era stato nessun pentimento nella sua decisione di fare
un passo indietro, solo una grande pressione statunitense. Resta
stampata nei libri di storia, la risposta che diede a un giornalista
americano: “Cosa intende fare, lei, Ariel Sharon, con Arafat?”
“Arafat deve essere ucciso”, rispose colui che, post mortem,
qualcuno sta cercando di far passare per un pacifista.
Si è dimesso il sindaco
dell'Aquila. Massimo Cialente ha detto: “È
impossibile resistere alla macchina del fango”. Il sindaco, non
indagato, ha preferito rispondere con le dimissioni alle
non-dichiarazioni del governo e all'aria di sostanziale sfiducia che
si respirava intorno alla sua giunta dopo l'avviso di garanzia al
vicesindaco. E così, mentre escono fuori le intercettazioni
telefoniche degli sciacalli autoctoni, L'Aquila si ritroverà senza
amministrazione fino a maggio, quando i cittadini decideranno come
farsi governare da Forza Italia, che poi è il partito dell'ideologo
delle New Town. Così andrà a finire, e torneranno in auge i vecchi
tromboni delle passate, disastrose, amministrazioni
Berlusconian-casiniane.
Chi di intercettazioni ferisce,
di intercettazioni perisce. I centrodestrorsi, che con le
intercettazioni telefoniche ci vincono le elezioni, stavolta devono
rispondere di pressioni e ricatti fatti ai manager della asl di
Benevento su gare d'appalto ad escludendum. Ditte e professionisti
sgraditi (sembra) al clan dell'allora deputata, oggi ministro, Nunzia
De Girolamo, sono stati fatti fuori dai bandi pubblici per una
questione di 118. La De Girolamo è attesa in parlamento per far
firmare la giustificazione dal preside LettaLetta, ma tira aria di
rimpasto e Renzi non è affatto contento di sporcarsi le mani in
questo momento e con questo governo.
Cota sta dando di matto. Lo avete
sentito in tivvù, spalleggiato da Salvini e Borghezio, mentre parla
di golpe, di sovvertimento degli organi dello stato, di complotto
comunista e di magistratura politicizzata? Inarrivabile, soprattutto
se si pensa che sotto i pantaloni indossa le mutande verdi acquistate
in America con i soldi dei contribuenti. In vista delle prossime
elezioni europee, i partiti neofascisti e una parte di grillini,
stanno affilando le armi razziste. A Brescia, militanti di Forza
Italia, della Lega e di Fratelli d'Italia, tutti insieme
appassionatamente, hanno contestato ferocemente la ministra Kyenge.
Ma mica perché vuole lo ius soli e l'integrazione non di facciata,
solo perché è nera. Alla vergogna, come al razzismo specioso, non
c'è limite.
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