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mercoledì 15 gennaio 2014

La Lega a tutto campo contro Cecile Kyenge. È iniziata la campagna elettorale, al grido “dagli al negher”

Ogni tanto bisogna occuparsi anche dei prefissi telefonici, questo è quanto vale oggi la Lega che fu, una percentuale da teleselezione. Non è un bell'esercizio, né di analisi politica né (tanto meno) di scrittura. Il fatto è che quando i valligiani dal palato fine, che si nutrono con i “güster” di funarian/guzzantiana memoria e di bistecche d'orso con rutto finale la fanno fuori dal vasetto, non è possibile far finta che non esistono: ci sono e vanno presi in considerazione. Così, come i giornali americani dello Iowa pubblicano gli indirizzi dei pedofili per tenere i bambini lontani dalle loro case, la Padania ha deciso di pubblicare tutti gli appuntamenti della ministra Cecile Kyenge nelle contee del nord. Lo scopo? Aizzare i celti, i vichinghi (con annesse corna sull'elmo) e gli adoratori di Odino non praticanti, a contestarne non solo la politica ma soprattutto la presenza fisica. Di “negri”, a meno che non siano destinati alle fabrichètte dei cummenda, al pascolo delle vacche padane, all'edilizia del Nord-Est, alla raccolta del riso (le mondine sono scomparse sostituite da ex danzatrici del ventre di dubbia provenienza), allo smaltimento dei rifiuti organici dei culoni degli allevatori di latte con multe della UE annesse, e alla campagna intesa proprio come campagna, agricoltura insomma, del Trota novello Menenio Agrippa, sono solo clandestini senza patria da rinchiudere nei centri di accoglienza in attesa di rimpatriarli. Tutta l'umanità e l'accoglienza dei leghisti è sintetizzabile in una frase: “fœra dai ball”. Poi c'è il duo di piadina, Matteo Salvini e Bobo Blues Maroni, che, novelli Starski e Hutch, stanno giocando al poliziotto buono e al poliziotto cattivo. Salvini scende in piazza con la felpa padanizzata insultando domineddio, Maroni in completo fumo di Londra, ma con cravatta verde d'ordinanza, fa lo statista nel suo ufficio al Pirellone. Allora a noi viene in mente Amoo Hadji, un ottantenne del villaggio di Dezhgah, distretto di Deharm, provincia di Fars in Iran il quale, non lavandosi da sessantanni (è il detentore del record mondiale di sporcizia), ha preso le sembianze di un africano di Ouagadougou pur essendo di colorito bianco-latte dalla nascita. Ma non è che Borghezio è bianco solo perché si lava?

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