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venerdì 10 gennaio 2014

Tutti rincorrono Matteo, inseguitori con il fiato corto e le gambe molli. Nel frattempo chiesti tre anni di reclusione per l'”inconsapevole di Imperia”

Iniziano gli insulti, i distinguo, le prese di distanza, i “niet” che non hanno né capo né coda. Un merito Renzi lo ha, sta facendo andare di corsa un paese abituato ai tempi democristiani dell'eternità per vocazione. Prendiamo l'ultimo caso Saccomanni-Carrozza, quello dei soldi degli insegnanti chiesti indietro dallo stato. La Carrozza sapeva tutto e ha taciuto. Saccomanni ha solo fatto il suo dovere di tagliatore di teste e di speranze. Burocrate dentro, Fabrizio si stava già fregando le mani quando da Firenze è arrivato l'altolà: “Se questa storia va avanti – ha detto Matteo – mi arrabbio sul serio”. Dietrofront del duo delle meraviglie e niente più restituzione.
Legge elettorale. In aula entro la prima settimana di febbraio. Hai voglia di starnazzare come sta facendo 'O Schiattamuort. I tempi sono stati fissati e se il NCD non ci dovesse stare, è pronto Silvio con i suoi giannizzeri. Sul modello da adottare, ampia libertà. Matteo ne ha proposti tre, lasciando il cerino nelle mani degli altri che ci si scotteranno.
Job Acts, la proposta sul lavoro che Renzi presenterà alla prima direzione del PD. Anche in questo caso distinguo e insulti. Renatino Brunetta si riscopre fustigatore e dà del dilettante a Matteo, proprio lui che sa di economia quanto noi di fisica dei Quanti quindi, praticamente nulla.
Questi della destra (il centro se lo sono giocato da un pezzo) sono fermi all'età della pietra. Mentre negli Stati Uniti la liberalizzazione delle droghe leggere avviene anche lì dove regnano i conservatori e contribuisce ad aumentare l'occupazione e il pil, in Italia è ancora una volta argomento tabù. Se un paese non adotta un provvedimento che diminuirebbe innanzitutto il potere delle narcomafie, voi cosa pensereste, minimo a connivenze, o no? Sempre 'O Schiattamuort, mai tanto chiacchierone come in questi tempi, segno che non fare più il Cocorito gli fa bene, attacca i matrimoni gay e dice che se Matteo dovesse far presentare la proposta di legge che li introduce, il suo partito scapperebbe di corsa. “Senza di noi il governo non 'è più”, ricatta Angelino. Ma qualcuno gli ha spiegato che se cade ora il governo il suo peso politico sarebbe lo stesso di Fini? Si ricatta tanto per ricattare, si fa la voce grossa per mettere le mani avanti ma alla fine, questi pesciacchioni del nulla, sanno di contare come il due di coppe quando la briscola è bastoni.
E chiudiamo con l'Inconsapevole di Imperia. Per l'ex ministro Claudio Scajola, alias il manganellatore del G8 di Genova (che memoria corta avete, italianucci cari!), il tribunale di Roma ha chiesto 3 anni di reclusione e 2 milioni di euro di multa. Il tutto inquadrabile nel contesto del regalo ricevuto da Anemone, quell'appartamentino fronte Colosseo che Scajola si era ritrovato nella disponibilità totale pur non avendolo acquistato di persona personalmente. Restano le “case Ligresti” a Roma, quelle popolate da politici, imprenditori, amici, amici degli amici. Ma questa è tutta un'altra vergognosa storia. La morale di questo post? Boh... 

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