Due
considerazioni. La prima. Se Beppe Grillo avesse consultato la base
anche sul “trattatuni” con Piergigi Bersani, probabilmente oggi
lo scenario politico sarebbe diverso. Dalla consultazione on line
sull'abolizione della Bossi-Fini, è venuto fuori sì un mal di
pancia, ma quello della base dei 5S che evidentemente si sono rotti
le palle di essere rappresentati da due tagliateste di cui uno tanto
virtuale quanto subliminale. Siamo curiosi di sapere cosa accadrà
ora che la base del Movimento li ha pubblicamente svergognati,
cliccando in modo tale da prendere una posizione che, secondo il
leader maximo, li avrebbe ridotti a prefisso telefonico. Da prenderli
a schiaffi, i duri e puri, quelli che fino a ieri hanno detto che la
democrazia della rete era l'unica possibile, e che oggi, alla luce
del risultato della consultazione, hanno affermato “La politica non
si può ridurre a un clic”. Ma che vi venga un bene, per diventare
deputati e senatori vi sta bene, per prendere decisioni no? La base, e
una buona parte dei cittadini parlamentari, contesta violentemente la
gestione verticistica del Movimento, dei “vaffa” senza costrutto
non ne possono più, e devono essersi stancati anche delle sirene e
dei chip sottocutanei. Casaleggio forse non è Orwell e dare del
Messia a Beppe sta sembrando a qualcuno un assurdo in termini.
Diciamo che questo voto virtuale ha spiazzato i capi 5S, e qualcuno
si è spinto ad accusare Casaleggio di usare il blog di Grillo come
un'arma. I dissidenti o i critici, però, devono stare attenti. Nel
sonno potrebbero anche essere colpiti dal raggio laser di Jeeg Ufo
Robot.
La
seconda. È da ieri l'altro che ci chiediamo per quale motivo Nunzia
De Girolamo si dovrebbe dimettere e Anna Maria Cancellieri sia
rimasta invece al suo posto. Ci chiediamo se non sia più grave che
il ministro della giustizia dia dell' “ingiusto” a un
provvedimento dei giudici, che un “vaffanculo” o un “mi avete
rotto le palle”, detti fra le mura di casa da un deputato del Pdl,
abituato a sentirne di peggiori dai suoi colleghi. E se da un lato il
carattere sanguigno della De Girolamo potrebbe perfino giustificare
parole non degne di una signora, ma entrate prepotentemente nel
lessico contemporaneo grazie anche al berlusconismo dei
cinepanettoni, dall'altro ci riesce difficile comprendere il motivo
per il quale chi distingue gli italiani fra cittadini di serie a e di
serie b e non chiede scusa per le sue amicizie pericolose, non solo
continui a sedere in Parlamento ma sia anche un ministro della
repubblica. Grillo con i vaffanculo ci si è costruito una carriera,
la De Girolamo rischia di giocarsela. Non è giusto... non è giusto.
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