Grillo
continua a perdere occasioni sia per tacere che per agire. Purtroppo non
ne ha azzeccata una e continua imperterrito l'opera di demolizione
del suo movimento. Glielo ha detto perfino Marco Travaglio, che a
riposizionamenti non è secondo a nessuno: “Caro Beppe, dovevi
andare a vedere le carte di Renzi e accettare la sua proposta di
smantellare l'apparato del Pd. Sai quanta gente avresti fatto
piangere?” Ma Grillo pensa alle Europee, le elezioni di maggio sono
diventate il suo incubo peggiore, specie ora che la Lega ha stretto
il patto xenofobo con Marie Le Pen facendogli franare l'ideuzza
euroscettica che accarezzava da tempo insieme con il suo teorico
ispiratore-fondatore di Gaia. Chissà, magari ora si dirà favorevole
allo ius soli. Ma veniamo al caso del giorno, la direzione del Pd.
Approvata la riforma elettorale proposta da Renzi. La figuraccia,
perché nel Pd si usa così, stavolta l'ha rimediata Gianni Cuperlo che ha
attaccato Matteo sull'unico punto sul quale avrebbe fatto meglio a
tacere. Insomma, Cuperlo campione dei listini bloccati (con
D'Alema, con Bersani, sempre), si è scagliato proprio contro la
proposta dei listini bloccati (da far precedere però dalle
parlamentarie) e, rimbeccato, se n'è andato portandosi appresso una
scia di Armani pour Homme che ha fatto svenire Rosy Bindi. Su questa
trattativa assurda (ma alla luce dei riflettori) fra Renzi e il
pregiudicato, si esprimerà la Storia o meglio, le prossime elezioni
politiche. Quello che ci è dato di capire, e di vedere, è il fatto
che per la prima volta da 20 anni, qualcuno è riuscito a rubare la
scena al Capataz, e ne sanno qualcosa anche i nemici più feroci di
Silvio, quelli che si sono ritrovati con la sedia spolverata e una
figuraccia da peracottari. Non è granché, ma un passo avanti sì.
Se uno non muore a colpi di bazooka, magari crepa dopo uno sgambetto.
Mah... chissà... va beh, sì beh...
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