Stavolta l'ex ministro
dell'Interno, eroe del G8 di Genova, l'ha combinata grossa. Claudio
Scajola, uno dei più capienti serbatoi di voti berlusconiani, è
stato arrestato a Roma dalla DIA di Reggio Calabria con l'accusa di
favoreggiamento. Avrebbe, in poche e misurate parole, aiutato il suo
ex collega forzaitaliota Amedeo Matacena a rendersi latitante, in
poche parole a scappare, dopo la sentenza definitiva della Cassazione
che lo condannava per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ovviamente Scajola è stato arrestato perché non più coperto
dall'immunità parlamentare, e l'aspetto più ridicolo di tutta la
faccenda è che se non ci fosse l'impunità-immunità mezza Forza
Italia e un quarto del Nuovo Centro Destra sarebbero in galera,
contribuendo così in modo preoccupante al sovraffollamento delle
nostre carceri. Berlusconi si è detto “addolorato”. E pensare
che è stato proprio lui a sacrificarlo in nome dell'inguardabilità
di alcuni esponenti di FI compreso il Cosentino della Terra dei
fuochi. Ma ieri Silvio era impegnato in un'altra operazione, ha
presentato ufficialmente il dipartimento cultura (proprio così) di
Forza Italia. Dopo aver copiato la definizione coniata da Massimo
D'Alema del suo impero mediatico: “Mediaset è una grande impresa
culturale”, disse Baffetto qualche tempo fa, Silvio ha
sottolineato come “grazie alle fiction vendute in tutto il mondo
Mediaset fa cultura” e che lui e la sua famiglia amano tanto anche
il teatro perché “proprietari del Manzoni di Milano”. Poi si è
scagliato contro la Rai, colpevole a suo dire, di girare fiction che favoriscono
la mafia, quando è stata proprio la sua azienda a raccontare la vita
di Totò Riina (“Il capo dei capi", con Claudio Gioè, 2012,
Canale5), descrivendolo come un Robin Hood qualsiasi. È vero – ha
detto Silvio – forse in questi anni non abbiamo tenuto in
considerazione la cultura, però è arrivato il momento di fare un
passo in avanti”. Vabbè che si è messo in testa di diventare “padre
della patria”, ma che abbia deciso di abbracciare il mecenatismo
disinteressato nei confronti di cinematografari, teatranti, musicisti
d'avanguardia e burlesque, suona come un'altra delle sue manovrine
elettorali.
PS Ma quanto spendono i 5S in
t-shirt? E per tutte quelle manette acquistate al sexy-shop? Ah,
saperlo!
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