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giovedì 21 febbraio 2013

Furbi, arraffoni, superficiali, inconcludenti. Le urne che accolgono pesci.

L'immagine è di Giuseppe Piscopo
Pierluigi Bersani non aveva finito di dire "conflitto d'interessi", che le azioni Mediaset perdevano in un sol colpo 5 punti. Chi dovesse continuare a credere al Berlusconi benefattore, la reazione della Borsa di Milano alla notizia che se il Pd dovesse governare, metterebbe immediatamente mano al conflitto d'interessi, dovrebbe convincersi che Silvio è sceso in politica solo per i suoi interessi, personali e privati e che degli italiani a lui non frega una mazza. Eravamo convinti che questa campagna elettorale si svolgesse all'insegna del cambiamento vero, che gli scandali di questi anni avessero convinto i politici a darsi una regolata e, soprattutto, una calmata. La Corte dei Conti della Lombardia ha fatto sapere, ieri mattina, che la situazione che si sta vivendo è peggiore di quella che diede origine a Mani Pulite, che la corruzione è dilagante e che è comprensibile il distacco dei cittadini da questa politica. La Corte dei Conti ha parlato senza metafore, di miliardi di denaro pubblico sperperato negli affari più loschi e assurdi, altro che cartucce per il fucile da caccia. Solo la Lega si sarebbe fatta carico di spendere 19 milioni di euro dei cittadini, divisi fra 67 soggetti diversi, persone fisiche e società. Il tesoriere, Francesco Belsito, ha tenuto per sé la somma di 1 milione e 398 mila euro, mentre si apprende che delle regalie ha beneficiato anche l'infermiera del Senatur. Ma se senti un leghista, ti dice che la colpa è di Roma ladrona che, con i suoi meccanismi perversi, ha infettato anche i celtici del Nord, puri come vichinghi dopo la doccia, prima di approdare sulle rive del biondo Tevere. Abbiamo creduto che in questa campagna elettorale si parlasse di problemi, invece è finita come sempre in rissa, il terreno preferito da Berlusconi che, ancora una volta, ha dettato i tempi e le regole della competizione. Ci sono cascati tutti, ancora, come se 18 anni fossero trascorsi invano, come se la distruzione sistematica di questo Paese non avesse né responsabili né responsabilità. Quando si tratta di menare le mani, Silvio non è secondo a nessuno. Forte di un impero mediatico ancora oggi molto presente a attivo (anche in Rai), Berlusconi gioca con i suoi avversari come gioca con gli italiani, scrive lettere tarocche e gli italiani gli credono. Spara bestialità che smentisce il giorno appresso e gli italiani gli credono. Dice che gli asini volano e, a parte Brunetta che ogni tanto si fa un giro in deltaplano, gli italiani gli credono. Perfino Indro Montanelli, fino alla fine, ha sperato che fossimo un popolo diverso e invece siamo i creduloni di sempre, quelli che hanno bisogno della guida forte, del leader, e del sogno di un impero d'Albania e d'Etiopia che non è mai esistito. Agli italiani restano, e resteranno, le rovine. Quelle dei Fori e del Colosseo, delle Terme e di Pompei, della Valle dei Templi e dei Nuraghi perché, L'Aquila insegna, non sappiamo costruire neppure le case con un minimo di criterio, mettendo la sabbia al posto del cemento. Furbi, arraffoni, superficiali, inconcludenti, gli italiani hanno i politici che si meritano perché è vero che la classe politica rispecchia il paese che governa. Siamo pesci in barile, ci crediamo intelligentissimi quando basta un pirla qualsiasi per metterci in imbarazzo. Gli italiani sono quelli che non credono alla superstizione salvo dire "e se fosse vero?". Un po' quello che è successo con i rimborsi Imu. E se Berlusconi ce li desse davvero, quei quattro soldi?

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