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lunedì 4 febbraio 2013

Silvio paga tutti. Ma almeno i baci di Viola erano suoi.


È un genio. Diciamolo. Prendiamone atto e andiamo avanti. Ma quale voto di scambio! Ma quale stagione dei saldi della politica! Ma come si può paragonare Silvio a Domenico Zambetti? È vero, il Capataz è abituato a monetizzare tutto: l'amicizia, l'amore, la fedeltà, la giovinezza, il lifting e il peeling, la sede del Pdl e un posto nel listino di Formigoni. In cambio di pilu, offre danè e carriera politica, di frequenze televisive candidature sicure e un monolocale alle Cayman. Silvio deve pagare, perché è l'unico modo che ha di non essere costretto a ringraziare... dopo il favore o la prestazione. Uno dice: “Silvio paga perché i soldi li ha”. E ci mancherebbe altro. Ci piacerebbe sapere come li ha fatti ma non importa, questa è una curiosità destinata a finire in una tomba, magari quella di Marcello Dell'Utri. Non solo Kossiga ha avuto il privilegio di chiudere intere pagine della Storia italiana chiudendo gli occhi. Ma quello di ieri è stato un colpo di genio assoluto, una trovata che ha scompaginato la campagna elettorale semplicemente con una cazzata di proporzioni interplanetarie: restituire agli italiani i soldi versati per l'Imu sulla prima casa. E da bravo illusionista-incantatore di anime povere, Silvio ha raccontato agli italiani anche come avverrà la restituzione, ennesimo colpo di genio degli sceneggiatori di Distretto di Polizia: “Riceverete a casa una lettera firmata dal nuovo ministro dell'Economia e lo Sviluppo, cioè il sottoscritto, che vi dirà di andare all'ufficio postale più vicino dove, presentandovi alla cassa, vi verrà restituita per intero la somma pagata per l'Imu. Se, ad esempio, avete pagato 1200 euro, vi verranno restituiti 1200 euro in contanti, o vi verranno versati sul conto corrente o sulla PayPal”. Non potendo stabilire, ora, quanti italiani abbiano creduto a questa palla (tanti, sicuramente), ci hanno sconvolto le reazioni dei competitor di Silvio. Bersani: “La solita demagogia, il solito populismo”. Mentre il Professore, dando ragione a Maurizio Crozza che gli ha dato dell'”asinello”, ha paragonato Berlusconi all'armatore partenopeo Achille Lauro il quale, in piena campagna elettorale, era solito dare una scarpa destra ai potenziali fans e consegnare la sinistra ad elezione avvenuta. La differenza è che il miliardario napoletano le scarpe (o i chili di spaghetti) le comprava con i suoi soldi mentre Silvio, che è un tirchio della madonna, si compra i voti degli italiani con i soldi degli italiani stessi. Inarrivabile. Ci scommettiamo gli stanchi attributi, che Longo e Ghedini hanno lavorato come matti, prima di dare il via libera a Silvio per la sua proposta-chockingblue. Il rischio che qualcuno potesse accusarlo di voto di scambio era molto forte. Ma, alla fine, si sono resi conto che non ci può essere voto di scambio, soldi in cambio di voti, se i soldi appartengono agli stessi che lo voteranno. Per cui resta una cazzata colossale e basta, una paraculata berlusconiana nella quale, purtroppo, in molti cadranno ancora. Non siamo profeti di sventura, ma lo abbiamo detto e diciamo da sempre: chi crede che Silvio sia morto non ha capito una mazza. Occhio al 25 febbraio. Corriamo il rischio di ritrovarci una mattinata uggiosa.

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