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martedì 5 febbraio 2013

Maroni boccia i “condoni tombali”. La Chiesa apre ai diritti dei gay e Giovanardi fugge in Iran.


A Bobo Blues i condoni non piacciono. Se tombali, poi, sente un fastidioso attacco di ulcera che gli sale direttamente dallo stomaco e arriva al cervello. Non avverte lo stesso fastidioso sintomo, il nostro Bobo Blues, quando si parla di quote latte. Ma si sa, la Lega ama il latte, seconda bevanda preferita dopo la birra. Questa mattina, a Radio Anch'io, il segretario della Lega ha bocciato senza appello la proposta berlusconiana di condono tombale. Prima ha detto che il condono non è previsto nel programma comune Lega-Pdl, poi ha riaffermato che, per combattere l'evasione fiscale, occorre agire stanando i “centri di interesse” che la provocano. E quando si parla di “centri d'interesse”, a Silvio viene immediatamente l'orticaria, portatore com'è, di interessi insani suoi e delle sue cricche, che farebbero inorridire qualsiasi codice penale di ogni parte del mondo. Ormai Silvio è condannato a rilanciare ogni giorno, come il giocatore di poker che tenta di rifarsi, mentre sprofonda ancora di più nel non senso della sua sfrenata ludopatia. A questo punto ci aspettiamo di tutto, che moltiplichi i pani e i pesci, che trasformi l'acqua in vino e che, avvolto da una luminosità da raggio laser, cammini sulle acque. Ridare la vita a un cieco (magari travestendo da non vedente Brunetta), l'udito a un sordo (parte adattissima a Scajola) e un po' di brio a un impotente (madonna quanti ce ne sono!), i miracoli che gli restano nel tascapane, gli altri li ha sperimentati e descritti minuziosamente, tutti. Resta il fatto che a ogni sparata, lo spread sale e la Borsa di Milano registra segni negativi uno dietro l'altro. Dicono che sia colpa delle barzellette di Silvio ma non solo, gli analisti internazionali temono che qualcuno ancora gli creda.
La conferenza stampa di ieri di monsignor Vincenzo Paglia, per anni alla Comunità di Sant'Egidio e attualmente presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, ha fatto scalpore. Diciamolo chiaramente, non se l'aspettava nessuno. In un amen (è il caso di dirlo), mons. Paglia ha aperto ai diritti dei gay (ma non al matrimonio), e ridato un lume di speranza ai cattolici divorziati ai quali, fino a ieri, era negato l'accesso all'eucaristia. Ha detto il monsignore: “No alle nozze gay, ma sì al riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto e omosessuali, secondo il Codice civile, e all'ammissione dei divorziati risposati alla comunione”. Ora, non volendo farci mancare quel pizzico di cinismo che spesso contraddistingue i nostri pensieri, ci piacerebbe sapere cosa ne pensa delle aperture di mons. Paglia l'altra Chiesa, quella che gli integralisti islamici ci fanno una pippa. Ci piacerebbe sapere, altresì, se dopo questa uscita (benedetta dal Papa in persona), Carlo Giovanardi continuerà a professarsi cattolico o se opterà, anche lui come Depardieu, per la richiesta di asilo politico a Putin. Tempi bui e grami si prospettano per il Torquemada emiliano. Finita la sponda offerta in anni di oscurantismo pseudo-cattolico dalla Chiesa, Giovanardi dovrà, come si dice, riposizionarsi, trovare una corrente di pensiero che avvalori e sostenga le sue tesi a favore dell'omofobia e contro le droghe leggere, i matrimoni gay, i divorziati, i separati, i conviventi, le mignotte non olgettine, i gatti neri, i barboncini, i gufi, le streghe dei sabba, Harry Potter, Candy Candy e quella vacca di Nonna Papera che irretisce da anni Ciccio con la torta di mele. Ha avuto, il Carlo Emiliano, un primo contatto con l'ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran a Roma. Ma la risposta di Ahmadinejad, tarda a venire. Oh, se tarda...

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