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martedì 14 gennaio 2014

La base dei 5S sconfessa il Duo: questione di testa non di pancia. Perché la De Girolamo sì e la Cancellieri no?

Due considerazioni. La prima. Se Beppe Grillo avesse consultato la base anche sul “trattatuni” con Piergigi Bersani, probabilmente oggi lo scenario politico sarebbe diverso. Dalla consultazione on line sull'abolizione della Bossi-Fini, è venuto fuori sì un mal di pancia, ma quello della base dei 5S che evidentemente si sono rotti le palle di essere rappresentati da due tagliateste di cui uno tanto virtuale quanto subliminale. Siamo curiosi di sapere cosa accadrà ora che la base del Movimento li ha pubblicamente svergognati, cliccando in modo tale da prendere una posizione che, secondo il leader maximo, li avrebbe ridotti a prefisso telefonico. Da prenderli a schiaffi, i duri e puri, quelli che fino a ieri hanno detto che la democrazia della rete era l'unica possibile, e che oggi, alla luce del risultato della consultazione, hanno affermato “La politica non si può ridurre a un clic”. Ma che vi venga un bene, per diventare deputati e senatori vi sta bene, per prendere decisioni no? La base, e una buona parte dei cittadini parlamentari, contesta violentemente la gestione verticistica del Movimento, dei “vaffa” senza costrutto non ne possono più, e devono essersi stancati anche delle sirene e dei chip sottocutanei. Casaleggio forse non è Orwell e dare del Messia a Beppe sta sembrando a qualcuno un assurdo in termini. Diciamo che questo voto virtuale ha spiazzato i capi 5S, e qualcuno si è spinto ad accusare Casaleggio di usare il blog di Grillo come un'arma. I dissidenti o i critici, però, devono stare attenti. Nel sonno potrebbero anche essere colpiti dal raggio laser di Jeeg Ufo Robot.
La seconda. È da ieri l'altro che ci chiediamo per quale motivo Nunzia De Girolamo si dovrebbe dimettere e Anna Maria Cancellieri sia rimasta invece al suo posto. Ci chiediamo se non sia più grave che il ministro della giustizia dia dell' “ingiusto” a un provvedimento dei giudici, che un “vaffanculo” o un “mi avete rotto le palle”, detti fra le mura di casa da un deputato del Pdl, abituato a sentirne di peggiori dai suoi colleghi. E se da un lato il carattere sanguigno della De Girolamo potrebbe perfino giustificare parole non degne di una signora, ma entrate prepotentemente nel lessico contemporaneo grazie anche al berlusconismo dei cinepanettoni, dall'altro ci riesce difficile comprendere il motivo per il quale chi distingue gli italiani fra cittadini di serie a e di serie b e non chiede scusa per le sue amicizie pericolose, non solo continui a sedere in Parlamento ma sia anche un ministro della repubblica. Grillo con i vaffanculo ci si è costruito una carriera, la De Girolamo rischia di giocarsela. Non è giusto... non è giusto. 

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