Piccola
nota per i distratti. Noi lo abbiamo scritto nei giorni scorsi che Silvio sta
per incoronare Marina. Apprendiamo dai giornali che nel Pdl sono terrorizzati e
il titolo che spicca questa mattina è: “La
paura dei colonnelli del Pdl. Silvio vuole lanciare la figlia Marina”. Ma va!
Ma va la?
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giovedì 15 novembre 2012
Il paese dei manganelli. E non è un’operetta.
Si
picchia. Tu dici: “Io protesto”. Il solerte pol-carabiniere risponde: “Sti cazzi! E io ti
meno”. Prima Scelba (che però faceva sparare ad altezza d’uomo), poi Genova, l’Italia
sembra essere diventato un paese in cui se protesti, se scendi in piazza a
reclamare i tuoi diritti, se porti in mano un cartello in cui dai dell’ “affamatore”
a chi ti governa, passi immediatamente per un pericoloso bolscevico
intenzionato a dare l’assalto al Palazzo d’Inverno. E così come a Genova i
tutori dell’ordine pubblico arrivarono a picchiare una suora, ieri a Roma, a
Bologna, a Torino, a Napoli e in altre decine di città italiane, si sono
divertiti a menare ragazzini imperbi, contestatori un po’ fuori di testa,
semplici passanti che non c’entravano un cazzo con quanto stava accadendo. Il
fatto è che ai “pericolosi veri” non si avvicinano mai, lo sanno i Black-Block,
lo sanno gli anarchici insurrezionalisti con il casco in testa, lo sanno i
camorristi e anche i mafiosi (ma loro non sfilano... di solito). Ma che paese è
quello che permette ai tutori dell’ordine pubblico di menare a chiunque gli
capiti a tiro di randello? Vabbé che il capo della polizia si chiama
Manganelli (per la serie, “un nome, una storia”), ma è proprio indispensabile
festeggiarlo ogni giorno, come se fosse il suo compleanno, agitandolo in aria e
facendolo poggiare su teste e corpi inermi? È da un po’ che i reparti speciali
di carabinieri e poliziotti menano. Lo disse Berlusconi, no? “Da oggi
tolleranza zero con ogni tipo di corteo. I manifestanti sono volgari, puzzano,
imbrattano, fuorviano, disinformano, vandaleggiano. Per cui, botte e acqua
fresca”. Sarà forse questa la ragione per la quale in Parlamento non si riesce
ancora a varare una norma contro la tortura? Sarà forse questa la ragione per
cui l’Italia rientra da anni nell’albo d’oro di Amnesty International dei paesi
nei quali la si pratica? Ci è capitato di prendere parte a manifestazioni “nervose”.
Ai nostri tempi c’erano gli Autonomi. Con loro non si scherzava mica! L’impressione
è che avessero studiato i manuali di guerriglia, e che la teoria appresa
durante lunghe notti trascorse sui libri, la applicassero paro paro nei cortei
e nelle manifestazioni di piazza. I telegiornali di ieri hanno riferito di
gruppi di giovani in assetto da guerriglia urbana, e la cosa non ci ha turbato più
di tanto anche se, a distanza di tempo, ormai le forze dell’ordine dovrebbero
aver imparato a isolarli. Invece niente. Ai ragazzi con i caschi, i randelli e
gli scudi non viene torto un capello, a quelli che la mamma gli ha stirato i
jeans la mattina, gli viene spaccata tranquillamente la testa: punirne uno per
educarne cento. E così, la macchina della disinformazione si mette in moto. Non
si parla dei problemi per cui gli studenti e gli operai (finalmente insieme),
hanno deciso di scendere in piazza, si glissa sulle ragioni vere dello
sciopero, si da dei contestatori un’immagine che, spesso, non corrisponde al
vero. Ma questo non doveva essere un governo tecnico composto da professoroni
democratici? Ce li immaginiamo, cotanti professori, in aula, con gli studenti.
Se uno si distrae che fanno, lo mandano dal preside? O lo fanno inginocchiare
con i ceci secchi sotto le ginocchia?
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Triste ma vero...
RispondiEliminaMarco
I ceci secchi sotto le ginocchia. Ma già, allora costavano poco...
RispondiEliminaCarlo