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sabato 24 novembre 2012
Silvio e il dinosauro. “Lo estrarrò dal cilindro”. Mamma li prestigiatori!
Che
partito, il Pdl! Tutti pronti per le primarie. Tutti sui blocchi di
partenza. Conosciuti o sconosciuti, ma praticamente ricchi, si
contendono le spoglie di una formazione politica che grande fu, salvo
soccombere di fronte alla sua stessa nullità. Si presenta Gianpiero
Samorì, e si scopre che raccoglie le firme per la sua candidatura fra
i pensionati romani, ospiti degli ospizi della Capitale, ai quali
offre un viaggio gratis a Chianciano con tanto di cestino di cibarie.
Si presenta Alessandro Proto, finanziere d'assalto, presunto bello
come un Adone, e nel giro di 24 ore lo indagano per aggiotaggio e
truffa. Lui dice: “Cazzo me ne frega a me! Io mi presento lo
stesso”. Allora Angelino Alfano pronuncia la frase storica: “Non
voglio indagati alle primarie, altrimenti me ne vado”. A
solidalizzare con lui, solo Giorgia Meloni (e tutti gli ex falsi
giustizialisti di An), mentre Vittorio Sgarbi, disgustato, si ritira
e quel maestro di retorica che si chiama Sandro Bondi, da
del”demagogo” al segretario uscente. Silvio sa perfettamente che
la sua creatura, quella nata sul predellino di una Mercedes a Piazza
San Babila, si sta liquefacendo. Travolto dal suo nulla, il Partito
delle Libertà (di Silvio) è un'onda anomala che si è schiantata
sulla risacca e lì si è fermata, incapace di tornare indietro. Lo
ha capito quando ha visto i voltafaccia di coloro che, fino al giorno
prima delle dimissioni, si prostravano senza pudore di fronte a un
simulacro un po' maiale ma, comunque, ancora saldamente al comando.
Lo ha capito quando i processi sono andati in un certo modo. Lo ha
capito quando il suo appeal non ha trovato più sponde e perfino le
Olgettine hanno iniziato a tradirlo. Da genio del marketing qual è,
Silvio sa anche di godere di uno zoccolo (sic!) duro di aficionados
che, se si ripresentasse, lo voterebbero comunque. E allora via
all'immaginazione più sfrenata ed ecco il colpo di scena che
potrebbe andare (letteralmente) in onda, prima del 16 dicembre. Dal
suo cilindro di mago del prosciutto cotto e dell'intimo unisex,
Silvio sta per tirar fuori non un coniglio ma, addirittura un
dinosauro. Quando all'uscita da Palazzo Grazioli, i cronisti gli
hanno chiesto chi diavolo fosse il dinosauro del miracolo, Silvio si
è messo di profilo, il suo nuovo profilo nato dalle mani sapienti di
un mago della chirurgia estetica, che spiccava nel cielo plumbeo del tramonto romano. Sarà ancora lui, il protagonista del
centro-destra. Nonostante quei fascisti di An, nonostante quelli che
lo vorrebbero seppellire nel Mausoleo di Cascella, nonostante quelli
che lo vorrebbero chiuso in una cella a San Vittore, Silvio è
pronto a tornare sulla scena della politica con un soggetto nuovo di
zecca e un pacco di milioni di euro che gli assicurino almeno un
quarto grado di giudizio. Silvio sa che nel centro-sinistra le cose
vanno come vanno. Che Renzi e Bersani litigano per le presenze in
tivvù, per il regolamento delle primarie, per l'assetto del partito,
per il futuro dell'Italia. Litigano su tutto e per tutto mentre Beppe
(Grillo) gongola. Di questo passo il premio di maggioranza se lo
beccherà lui, anche se il mondo finirà nel 2035.
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I dinosauri, lo sanno tutti, si sono estinti.
RispondiEliminaMarco