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mercoledì 21 novembre 2012
Tabù informazione per il Medio Oriente. Chi disturba il manovratore viene censurato.
Se
c’è un argomento che va trattato con guanti di pile è il Medio Oriente. Per quanto
ci riguarda, avendo visto molto da vicino, qualche tempo fa, qual è la realtà
vera e non quella raccontata pro domo di qualcuno dai giornali e dalle
televisioni, il rischio che potremmo correre è lo stesso di Piergiorgio
Odifreddi, che si è visto censurare, non da Maurizio Belpietro, ma da Ezio
Mauro, il post che aveva scritto sulla situazione attuale di quella travagliata
parte del mondo. Il che, se ci permettete, la dice lunga su quanto la lobby
ebraica italiana conti anche dentro laRepubblica di Carlo De Benedetti. La
nostra posizione è nota. L’abbiamo scritta in decine di post e riaffermata in
interminabili discussioni con amici, parenti e semplici conoscenti. Lontani
anni luce da qualsiasi pratica anti-ebraica, abbiamo sempre dichiarato senza
peli sulla lingua né calli sulle dita, il nostro anti-sionismo. A chi non
capisce la differenza, e sono in molti, rimandiamo l’approfondimento dell’argomento
ai libri di storia o, più semplicemente, a Wikipedia: non sia mai che il
contatto con la carta causi qualche fastidiosa allergia. Incomprensibile l’atteggiamento
di Ezio Mauro e, soprattutto, schizofrenico e fastidioso il ragionare con due
pesi e due misure quando si parla di Iran e quando di parla di Israele. Se è
vero che nel caso di Ahmadinejad i giornalisti di Repubblica (e dell’Espresso)
hanno potuto fare tranquillamente ricorso alla reductio ad Hitlerum, senza che
nessuno si scandalizzasse più di tanto, lo stesso non si può dire per il rapporto
matematico di Piergiorgio Odifreddi fra i soldati israeliani uccisi e i
palestinesi bombardati, ben più alto dell’ormai famigerato 1 a 10 di nazistica
memoria. Guai paragonare la politica di Netanyahu a quella del Terzo Reich, perché
il rischio di essere lapidati è altissimo. Che poi Odifreddi ribadisca che
quella sionista è una specie di vendetta per la shoa, messa in pratica contro il
popolo palestinese è una vera e propria bestemmia da punire con la censura.
Resta, incontrovertibile, il fatto che a Gaza si muore. Che sotto i
bombardamenti periscono donne e bambini, vecchi e paraplegici. Che gli stermini,
da Sabra e Chatila in avanti, sono diventati anche strumenti di propaganda elettorale,
visto che i responsabili sono stati addirittura promossi primi ministri. Pensavamo,
noi poveri illusi, che il giornalismo fosse ancora un lavoro che permettesse di
informare. Lo è, basta non calpestare interessi di parte o ideali altri, basta
non dire la verità né disturbare il manovratore, soprattutto se ha i nervi
scoperti.
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Quello che si dice senza peli sulla lingua...
RispondiEliminaMarco
NON solo la lobby ebraica conta ed influisce sui mezzi di informazione ma ancora più gravemente sulla Magistratura che non impedisce ne persegue penalmente atti di razzismo ebraico nei confro di italiani.
RispondiEliminahttp://gerusalemmelibera.ilcannocchiale.it/2012/11/21/quella_feccia_ebraica_del_ghet.html