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domenica 11 novembre 2012

Pierfy Casini detto O’ Bizantino: “Qua ci rivuole un Monti-bis”. E Bersani da di matto.

Non si sa se giochino a fare i ladri di Pisa o se, davvero, questa volta, il dissidio fra i due compagni di merende delle elezioni siciliane, sia una cosa seria. Parlare di serietà della politica quando si cita Casini rischia di diventare un arzigogolo, quando poi si affronta il tema Casini tirandoci dentro Bersani, il rischio di rimanere impantanati in ore di inutili discussioni, e di artifici linguistico-verbali sfibranti è serissimo. Ieri è stata una giornata particolare. I due statisti made in Porta Portese si sono beccati come galletti Vallespluga nel pollaio. Lo hanno fatto con rapidissimi scambi di flash d’agenzia che, a un certo punto, non si sapeva se stavano giocando a Battaglia Navale o solo alzando la posta di un gioco senza fine molto virtuale, lontano anni luce dalla realtà di un paese in agonia. Il busillis è la nuova legge elettorale e il cosiddetto premio di maggioranza, quello che dovrebbe spettare al partito che raggiungesse un determinato numero di voti. Ed è sul numero dei voti che la bagarre è scoppiata, o meglio, sulla percentuale a cui arrivare per ottenere 316 onorevoli, la maggioranza assoluta. Bersani, che non è un fesso, anche se da quando piace a De Benedetti ci sta decisamente meno simpatico, ha preso il pallottoliere e si è messo a fare due conti. È stato così che, pallino dopo pallino, si è accorto che neppure alleandosi con Sel e con l’Udc riuscirebbe a raggiungere il numero magico per governare. La conta si è fermata a 297, un numero importante, ma che significherebbe comunque l’impossibilità di mettere in piedi un governo senza ricorrere all’aiuto determinante (ancora una volta) del fantasma del Pdl. Questo conto Casini se l'è fatto da un fottio di tempo. Lui a ragionare in termini di percentuali determinanti, anche se a una cifra, è abituato da sempre. A volte ci sembra più un orafo che pesa carati che un politico alle prese con i problemi dell’Italia, ma Pierfy è fatto così, l’importante è starci, un po’ di qua, un po’ di la, un po’ a destra, un po’ a sinistra. Quello che ci sconvolge è il vezzo tutto italiano di definire politica moderata fare la mignotta, moderatismo invece di prostituzione, mah... Che lingua stupenda, la nostra! Insomma, Piergigi si è reso perfettamente conto del giochetto di Cocorito e ieri, non si sa se per una strana congiunzione astrale, o per un campo magnetico che ha colpito improvvisamente la Capitale, ha risposto al Pierfy facendo finta di tirar fuori la pistola, invece del solito accendino per il sigaro. Su due punti Bersani si è detto irremovibile. Il primo, un nuovo incarico a Monti: “È da ricovero chi pensa a un Monti-bis”. Il secondo, il nuovo assetto politico: “Col ciufolo che io governo ancora col Pdl”. Significa che dopo il voto di aprile, a maggio si riandrà a votare. Significa che il M5S avrà l’85 per cento, e il suo leader governerà con il nome di Grillo Primo in un Parlamento disadorno, con un gruppo elettrogeno a biomassa al posto della normale, costosissima, energia elettrica da petrolio. Siccome la biomassa sarà costituita essenzialmente dai liquami organici di un allevamento di maiali, finalmente in Parlamento si respirerà aria naturale. E se qualcuno ci definisce qualunquisti, anche se è domenica, ‘n’do’ culo!

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