A
proposito di pudore. Ieri sera da Fazio c’era l’ingegner Carlo De Benedetti,
bersaniano di ferro. A prima vista, l’ingegnere sembra un vecchio iscritto al
Pci che si è divertito a seguire l’evoluzione del suo partito fino ad approdare
al Pd. Abbiamo avuto la ventura di ascoltarlo al Festival dell’Economia di
Trento e quella sera l’ingegnere non ci piacque affatto. Falso paternalismo e
visione futurista parziale, ce lo mostrarono per quello che effettivamente ha
rappresentato nella storia del lavoro italiano: un feroce ristrutturatore a
suon di licenziamenti. Ora si gigioneggia parlando di Marchionne e del “10 a 1”
delle rappresaglie tedesche nella seconda guerra mondiale, non ricordando
quello che combinò a Ivrea con la Olivetti, quello che cercò di fare lui stesso
alla Fiat, il rapporto con l’allora vescovo della sua città, monsignor Bettazzi,
prima molto comprensivo, poi feroce oppositore della logica imprenditoriale
spietata e affamatoria di famiglie dell’ingegnere. Ci è piaciuta la battuta
sulla “corruzione del secolo” da parte di Berlusconi nell’affaire Mondadori, ma
poi presenta il suo libro pubblicato dalla berlusconiana Einaudi e ci sorge la
domanda: “Ma lei, ingegnere, ci fa o ci è?”. Pro-Monti, pro-Bersani e anche pro-derivati.
E poi dicono che l’alta finanza in questo paese non conta una mazza.
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lunedì 5 novembre 2012
Pronta la norma sulla ineleggibilità dei condannati. E scoppia la rivolta degli inquisiti.
Marcello
Dell’Utri è stato chiarissimo: “Se continueranno a perseguitarmi, mi
ricandiderò”. Con tutto il rispetto per Marcellino Pane e Forza Italia, un
annullamento della Cassazione della sentenza d’appello (quella dei sette anni),
non significa una mazza visto che, come abbiamo spesso scritto, non occorre una
sentenza del tribunale per definire una persona degna o no. I suoi rapporti con
la mafia sono ormai acclarati, proprio come quelli di Nicola Consentino con la
camorra, e continuare a frequentare l’aula del Senato non crediamo rappresenti
un biglietto da visita da mostrare con orgoglio al mondo intero né l’attestazione
automatica di un garantismo spesso a senso unico. La norma della ministra
Cancellieri sulla ineleggibilità, sta andando avanti a grandi passi, quasi una
marcia forzata. A gennaio si voterà per rinnovare due consigli regionali
importantissimi quali quelli del Lazio e della Lombardia. Arrivare all’appuntamento
elettorale con una legge che sancisca l’effettiva estromissione dalle liste dei
condannati in via definitiva (a una qualsiasi pena detentiva), rappresenterebbe
sicuramente un cambiamento positivo delle pessime abitudini italiane di
difendersi dietro un mandato parlamentare. Uno dei tanti aspetti diventati con
il tempo intollerabili della politica di questo paese, riguarda l’impunità e la
possibilità, una volta eletti, di svignarsela senza colpo ferire da qualsiasi
chiamata di responsabilità. In questo momento, nel Parlamento italiano, sono 26
i politici condannati in via definitiva, mentre un centinaio quelli indagati o
condannati con sentenza di primo grado. Tutti si dichiarano innocenti, tutti
sono disposti a giurare sulla mamma e sulla testa dei figli di non aver
commesso alcun reato. Silvio lo fece qualche tempo fa e Piersilvio si sta
ancora toccando le palle. Dentro ci sono deputati e senatori di tutti i
partiti, di ogni zona geografica, di ogni tendenza sessuale, di ogni
orientamento religioso. Dal Nord al Sud, delinquere è diventato una specie di
sport nazionale, con l’aggravante di essere un gioco senza regole. Ora, la
ministra Cancellieri qualche regola vuole introdurla ma, se pensa che possa
essere una passeggiata, sbaglia di grosso. La galera non piace a nessuno,
specie dopo aver provato l’ebbrezza del potere vero, il piacere dell’auto blu,
la discrezionalità di vita o di morte su un altro individuo. Lo sa Totò
Cuffaro, lo sa Alfonso Papa, gli unici che non hanno potuto essere salvati non
dai loro colleghi, che lo avrebbero fatto volentieri, ma dal pudore.
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Che pezzo di finanziere, l'ingegner De Benedetti!
RispondiEliminaMarco
Dell'Utri perseguitato? Ancora questa storia che ha stancato il mondo intero. E pagasse una buona volta!
RispondiEliminaCarlo