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mercoledì 28 novembre 2012
Lo sconquasso del centrodestra: domani la nuova lista di Silvio. Sallusti, ai domiciliari, querela tutti.
La
bella notizia è che i giornalisti non rischiano più la galera. Nonostante i
forcaioli della Lega, e i salmoni affumicati dell’Api ci avessero provato, il
Senato ha bocciato l’articolo 1 del decreto diffamazione e amen, via con le
pene accessorie, ma niente cella. Lo avevamo scritto ieri, e tanto ci conferma
oggi Alessandro Sallusti in prima persona. Piuttosto che stare nei 920 mq di
Daniela Santanché e di nuotare nella piscina di madreperla leggendo Verlaine,
il direttore del Giornale preferirebbe dimorare a San Vittore. D’altronde Sallusti
ha ragione, non ha chiesto lui gli arresti domiciliari né, tanto meno, ha fatto
richiesta per scontarli in casa della sua compagna “Hanno deciso tutto i
magistrati – ha detto Draculino – perché si vergognano come ladri della
sentenza”. Intanto al telefono di Mattino Cinque, il direttore del Giornale,
novello Silvio Pellico o Adolf se preferite, se l’è presa con l’universo mondo
attaccando nell’ordine: la magistratura, i giornalisti, la politica, la Croce
Rossa, Amnesty International, il WWF, la Caritas e pure il segretario del suo
partito, Angelino Alfano, al quale ha twittato: “Alfano non ha proferito parola
su mio arresto. É questo il leader del futuro partito dei liberali italiani?” A parte lo sbaglio clamoroso dell’accento
sulla “è”, segnale inequivocabile che per fare il direttore del Giornale non
occorre conoscere l’uso della lingua italiana, resta la sensazione che in
questa partita, Sallusti si sia sentito solo, oltretutto svillaneggiato dai tre
quarti dell’informazione, che ha ironizzato non poco su quanto gli sta
accadendo. Così partono querele, la prima è quella di Daniela Santanché che ha
denunciato, per violazione della privacy, La Stampa, Mario Calabresi e il
collega che ha scritto l’articolo sulla sua abitazione descrivendola nei minimi
particolari mentre, così si mormora, sono pronte quelle contro Il Corriere
della Sera, Il Fatto Quotidiano e La Repubblica, tutti, notoriamente, organi d’informazione
vicini al Pcus. C’è una ragione per la quale, però, Alfano non è intervenuto
nell’affaire Sallusti: è impegnato a convincere Silvio di rinnovare con lui il
Pdl. Lo ha detto con le lacrime agli occhi e la voce strozzata dal pianto: “Per
favore, Sire, rinnova il Pdl con noi”. Ma Re Silvio non ha battuto ciglio. Lui continua
per la sua strada, che poi è quella di tentare di riaccreditarsi come il nuovo
che avanza. Lo ha declinato chiaro, Silvio, il suo pensiero: “Gli italiani non
ne possono più di questa politica e di questi politici. Sempre le solite facce,
le solite manfrine, la solita Costituzione che impedisce a un governo eletto
democraticamente dal popolo, di governare facendo quel che cazzo gli pare”. E ha
continuato dicendo: “Occorre gente giovane, bei ragazzi e belle ragazze
vogliose... di politica. Via tutto il vecchio armamentario. Largo al nuovo”.
Ovviamente nel nuovo è ricompreso lui, il premier costretto alle dimissioni da Pierferdinando
Casini che prima gli ha fatto sapere che “fuori tu si può parlare di un’alleanza
con il tuo partito”, e poi ha fatto comunella con i pidini ansiosi di una
benedizione papale. Entro domani, Silvio farà conoscere la sua decisione.
Chiuso ad Arcore, attaccato al palo della lap-dance, ha commissionato ai sondaggisti
una ricerca di mercato basata su una sola domanda: “Volete voi un governo di
comunisti mangiabambini e mangiapreti?” se la risposta dovesse essere “no”,
Silvio è pronto a immolarsi ancora per la patria.
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Stupendo Max... come sempre anche se stavolta c'è qualcosa di più.
RispondiEliminaMarco
E' vero, i direttori dei giornali di destra non devono conoscere l'uso della lingua italiana. Anche se quelli di sinistra non scherzano mica, in quanto a ignoranza!
RispondiEliminaCarlo
Non gli bastano i 920metri quadri dell'appartamento della concubina, e la piscina riscaldata, vuole la benedizione di papà Silvio
RispondiEliminaOddio, concubina alla Santanchè mi sembra effettivamente un bel complimento, quasi il riconoscimento di un ruolo...
RispondiEliminaan
Bello Max, decisamente bello.
RispondiEliminaGiu