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martedì 6 novembre 2012
Tutto il vecchio spacciato per nuovo. Siamo il paese della Balena Bianca diventata fan di De Sade.
L’incredibile
insulsaggine di questo paese sta nel fatto che il vecchio viene spesso spacciato
per nuovo, e qualche milione di persone ci crede. Tutti rincorrono il nuovo per
far colpo su un elettorato stanco e deluso, ma non si rendono conto che i temi,
il modo di comunicarli, le idee e i personaggi che si propongono sono sempre gli
stessi. Se in Italia la capacità di riciclaggio dei rifiuti fosse appena
inferiore a quella di riproporsi in politica, saremmo il paese più ecologico
del mondo. Ma questo non accade, quasi mai, e allora la monnezza diventa un
business e la politica monnezza. Bastano quattro parole in fila a formare un
verso, magari con rima annessa, ed ecco i poeti. Sono sufficienti due lacrime e
l’aria contrita nel parlare del bambino preso a forza dalla polizia davanti
alla sua scuola, e ci si trasforma in tutori indefessi dell’infanzia violentata,
poi, magari, a casa.... È sufficiente andare a Ballarò da Giovanni Floris, per
essere descritti (specie se donne) come una sorta di banda di ninfomani pronte
a farsi solleticare il punto G, perché quello I non basta. Da qui all’isolamento
il passo è breve, e tutto in nome di una disciplina alla “scientology” (parola
della Salsi), che ci piace come le donne che dicono sempre “no” e che infestano
la vita di uomini fragili in perenne attesa di una carezza. Basta che un
tribunale dica: “Hai fatto una cazzata, ora rimedia”, che il rimedio alla
cazzata diventa peggiore della cazzata stessa, e tutti a tirar fuori le
rappresaglie naziste come se la loro vita fosse stata una passeggiata a piedi
nudi nel parco. Poi ci sono i gelosi, quelli che dicono: “O stai con me o ti
mollo”, sapendo benissimo che la differenza fra loro e gli altri sta solo nel
tasso di mignottaggine appena inferiore. Poi ci sono i puristi e le anime
candide. Sentono un’intervista in tivvù e si rendono conto all’improvviso,
quasi fulminati sulla via di Damasco, di essere stati per anni al fianco di
Belzebù. Se qualcuno gli chiede: “Scusa, ma dove cazzo sei stato fino a ieri,
possibile che non ti sia accorto di nulla?” Farfugliano risposte senza senso e
abbassano gli occhi, come educande uscite fresche dalle Orsoline con in corpo
una gran voglia di fottere. Poi ci sono quelli che dicono “Io e la mafia?
Calunnie!” Se poi qualcuno gli fa presente di essere stato la cerniera fra la
mafia e lo Stato, il trait-d’union di una politica bestiale basata sulla
violenza, la sopraffazione e il ricatto, fanno spallucce. E allora viva Gesù
alla processione del venerdì santo. Nascono partiti, si riciclano movimenti, si
delineano alleanze, si formano coalizioni. L’Italia è diventato il paese che
Machiavelli ha sempre sognato e poi descritto, quello delle sottili strategie
nel segreto delle stanze e dei bizantinismi che hanno reso grande la Balena
Bianca. Gianfranco Fini viene preso a fischi e insulti ai funerali di Pino Rauti,
mancavano gli spintoni e gli sputi, magari i manganelli e i moschetti, altrimenti
che fascisti perfetti sarebbero stati? Susanna Camusso dice che la Fiat è “il
peggior ambasciatore dell’Italia nel mondo”. Prima c’era Silvio che almeno
faceva ridere, ora c’è Marchionne che incute un terrore della madonna. Ma siamo
un popolo fatto così, non ci piacciono le vie di mezzo, anche se tutti
rincorrono i moderati. Poi ci torna in mente quanto è successo durante il
consiglio comunale di Bologna, con la consigliera del M5S lasciata sola dai
colleghi di movimento, e ci rendiamo conto di stare vivendo un modo di fare
politica aberrante. A Grillo, e al suo guru, restano solo le scudisciate, e poi l’aria
da Histoire d’O sarebbe riproposta nei minimi particolari e nelle grandi
atmosfere. Grazie De Sade, anche perché un po’ la faccia da sadico, Matteo
Renzi ce l’ha.
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Terribile!!!
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