Un
altro parecchio ripiccoso è Sergio Marchionne. L’ultima trovata è geniale,
tanto che perfino Cesarone Romiti ha dovuto ammettere che l’attuale Ad del
Lingotto è molto più birichino di lui. Dunque. Saprete sicuramente che il
tribunale del Lavoro di Roma ha condannato la Fiat a reintegrare i 19
lavoratori della Fiom ingiustamente estromessi da Pomigliano. Che cosa ha
pensato allora il diabolico Sergio? Di reintegrare i 19 e di licenziarne altrettanti.
Il tribunale così è soddisfatto e i lavoratori si ritrovano l’uno contro l’altro
armati, a conferma che il dividi et impera è più che mai una strategia vincente.
A questo punto, dopo l’annunciata chiusura della Lancia (con la conseguente scomparsa
di un marchio storico e la cassa integrazione per centinaia di lavoratori), il
mancato investimento di 20 miliardi di euro in Italia, il crollo delle vendite
Fiat in Europa, la minaccia di trasferire Jeep all’Est, lo sconquassamento del
sindacato, Dracula-Marchionne dovrebbe ritenersi soddisfatto. E invece no. L’ultima
trovata è di vendere la Juventus a Donald Trump, che sta ancora cercando il
certificato di nascita di Obama. Squadra che vince si cambia, altrimenti il
leader soccombe. Lo sa Silvio, lo sa Sergio, lo sa il Quirinale che, in tutto
questo ambaradan, continua a tacere. L'ultima nota Istat ci dice che gli under 35 disoccupati sono due su tre.
Questo sì che è un paese civile.
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giovedì 1 novembre 2012
La ripicca di baby-Silvio: “Non pago le primarie”. E intanto Marchionne fa “il Marchionne”.
Lo
abbiamo scritto e detto decine di volte. Spesso, anzi, spessissimo, Berluspony
ci sembra quel bambino ricco e antipatico che pretende di giocare al centro dell’attacco
nella speranza di segnare un goal, e se qualcuno prova a dirgli che non riuscirebbe
a segnare manco con una matita, perché fondamentalmente è negato, piglia il
pallone e se ne torna a casa sua interrompendo la partita. Se qualcuno pensa
che la “ripicca” sia una prerogativa dei bambini un po’ viziati, e parecchio
scemi, non ha capito nulla del personaggio Silvio che, siccome paga lui, si
sente sempre in diritto di scegliere il menu, il vino e pure il dessert.
Definitivamente relegato a giocare il ruolo del capo della minoranza del Pdl,
Nano Bifronte ha deciso di tagliare i viveri a quella concubina di
pseudo-partito che ha deciso di non dargliela più. I suoi (quasi) ex
sottoposti, votano il ddl anticorruzione e trovano anche l’accordo sulla Legge
di Stabilità con quel figlio di buona mamma di Mario Monti che non lo ha fatto
assolvere nell’ultimo processo. Anzi. Le cose stanno, se possibile, peggiorando
perché, poco prima di partire per un week-end lungo a Malindi (santi, morti,
pilu e champagne), ha ricevuto l’invito del tribunale di Roma per andare a
raccontare il perché della sua donazione di 500mila euro a Gianpi Tarantini. La
versione ufficiale, concordata con i suoi avvocati, è quella di aver aiutato un
amico in difficoltà, quella ufficiosa (sulla quale indaga la procura romana) è
che quei soldi siano stati il saldo “pro-silenzio” sulla vicenda delle escort
baresi in trasferta a Palazzo Grazioli. Così, mentre Longo e Ghedini
lavoreranno in queste ore alla testimonianza del loro capo a Roma, apprendiamo
con sgomento che Emilio Fede ha deciso di difendersi da solo nel processo Ruby.
“Gli avvocati costano troppo – ha detto Emilio – sono solo un povero pensionato”.
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I bambini viziati...az Max, stai migliorando...
RispondiEliminaMarco
Ancora riflessioni amare in punta di mouse. Bello Max, anche quello di oggi.
RispondiEliminaVania