Sembra
che sia andata così. Maria Stella Gelmini si trovava all'aeroporto
di Fiumicino quando è stata avvicinata da una signora e dalla figlia
di sei anni, Benedetta. Convinta che le volessero sputare in faccia
per come ha ridotto la scuola pubblica, l'unica viaggiatrice del
tunnel L'Aquila-Cern di Ginevra, è rimasta sorpresa quando mamma e
figlia le hanno chiesto di esprimere al presidente Berlusconi,
“stima, affetto e solidarietà”. “L'altraItalia”, quella che
piace a lei e ai disperati del Pdl, ha prontamente twittato la ex
ministra. In questi tempi bui, i pidiellini si attaccano a
tutto pur di venir fuori dal pantano nel quale li ha fatti
precipitare il loro capo. Sono disposti a inventare balle spaziali
(cosa che fanno impunemente da venti anni) e vedere complotti
dovunque allo scopo di dimostrare al popolo bue che esiste una
sola vittima: si chiama Silvio di nome e Berlusconi di cognome. Il
giornale del ballista principe, ad esempio, quello che per un po' di
visibilità s'è inventato un attentatuni alla sua persona personalmente, oggi se n'è uscito con il
complottuni europeo contro Silvio: “Cacciato perché contro la
moneta unica”, è il titolo di apertura di Libero, e giù un
articolo farneticante che manco il peggior mockumentary. Altro che
farsa, questa è una tragedia in piena regola. Da Bruxelles ci fanno
sapere che il Vecchio Continente sta uscendo dalla crisi e che in
“quasi” tutti gli stati è iniziata la ripresa. “Meno che in un
pugno di Paesi”, dicono i portavoce della UE. Indovinate un po' chi
c'è in quel pugno? Domanda retorica, lo sappiamo. Stiamo vivendo un
delirio che non è solo mediatico ma di sostanza. La Gelmini
s'inventa berluschine di sei anni (le colpe dei genitori ricadranno
sempre sui figli, povera bambina che invece di giocare con le bambole
è costretta a difendersi già da piccola dal cacciatore di
Cappuccetto Rosso); Sandro Bondi prega tutto il giorno e s'immagina
in una cella intento a scrivere in rima le memorie del Capo, manco
fosse il Marco Polo del Milione; Renato Schifani continua a lanciare
avvertimenti che ormai non fanno più manco i capicosca della sua
terra d'origine; Angelino Alfano non sa più cosa dire per tenersi
stretto il posto di vicepremier da una parte e non scontentare il suo
mentore dall'altra. E poi c'è Gianfranco Rotondi che ha fatto la
proposta più lacrimevole e strappacore di tutti: “Se Silvio
dovesse andare ai servizi sociali, nel settore che sceglierà e per
l'intera durata del servizio io sarò con lui”, dimostrando
finalmente che con una fava si posso prendere due pregiud... ehm,
piccioni. E poi ci sono le berluschine maggiorenni, quelle che
invadono gli studi televisivi senza pudore e senza vergogna, mentono
sapendo di mentire. E fra loro la più berluschina di tutte, la
pitonessa, la regina della selva oscura del Pdl: Daniela Santanchè.
Probabilmente Danielona è riuscita a carpire a Padre Pio il dono
della bilocazione perché altrimenti spiegateci come diavolo fa a
essere contemporaneamente in tre studi televisivi. Uno dice “ma
sono trasmissioni registrate”. Eh no, diciamo noi, perché le
parole che dice e le offese che riserva a chiunque si metta sulla
strada di Silvio sono sempre le stesse, scandite allo stesso modo e
con gli stessi tempi. Sincronia? No, bilocazione. Però questi del
Pdl vincono facile. Abituati a fare “buh!” e vedere i pidini
darsela a gambe, oramai hanno capito che basta urlare un po' per
zittire un nemico che in fondo in fondo, un nemico vero non lo è mai
stato, tutt'al più un comprimario nel gioco delle parti. Le anime
del Pd sono troppe per tentare di convivere, di fare fronte comune
contro la vergogna, di essere finalmente un partito unito per il bene
supremo della nazione. È piuttosto la riedizione della peggiore
Democrazia Cristiana, ne abbiamo preso atto dopo che per anni lo
abbiamo detto prima di Forza Italia e poi del Pdl. Ci sentiamo, in
questa unica occasione, di convenire con Matteo Renzi il quale ha
detto: “Se Martin Luther King fosse iscritto al Pd direbbe 'io ho
un incubo'”. A fronte di mille puttanate giornaliere, alla fine
quella buona scappa anche a lui.
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