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lunedì 23 settembre 2013

Proposta-shock di Forza Italia: “In caso di divorzio, decida il giudice a chi affidare gli animali”. Risolti i problemi della disoccupazione giovanile e dell'omofobia

Se poi uno s'incazza, si arma di una bomboletta spray di vernica rossa e scrive “coglioni” sui muri della nuova sede di Forza Italia, nessuno, e diciamo nessuno dovrebbe sentirsi in diritto di protestare. Il problema vero della nuova Forza Italia, sollevato con piglio partenopeo da Francesca Pascale pensando all'amato Dudù, è chi fra i coniugi divorziandi debba tenere con sé l'amata bestia. Ebbene, lo deciderà il giudice con un'atto unilaterale che, con ogni probabilità, lascerà nello scoramento più totale il coniuge rimasto orfano di cotanta compagnia. Basta poco per capire di che pasta sono fatti i politici berluschini, anzi pochissimo, una proposta di legge come quella avanzata dalle onorevoli Maria Vittoria Brambilla e Giuseppina Castiello, (note animaliste convinte che da anni convivono con deputati cani - con tutto il doveroso, sacrosanto rispetto per gli amici dell'uomo) e il gioco è fatto, chiarito lo spessore politico. È inutile che Papa Francesco, in Sardegna, si renda testimone e rivendichi il lavoro come fonte unica di dignità umana. È inutile pensare che stanno finendo i fondi per la cassa integrazione e che continuano a chiudere 500 negozi al giorno, l'impegno delle donne di Forza Italia, così sensibili agli equilibri psicologici post-divorzio, è: “Chi terrà l'amore della mia vita?” che non è il marito e/o la moglie, ma il cane e/o gatto e/o topo e/o pitone e/o criceto e/o condor e/o elefante e/o coniglietto d'angora. C'è da dire però, che l'ispiratore della proposta di legge shock, colui che ha tramato nell'ombra non volendo/potendo apparire in prima persona, sembra essere l'onorevole Renato Brunetta che, affezionato fino all'amore totale del suo cercopiteco, teme come la peste che la moglie, in caso di divorzio, glielo freghi. Buone nuove, come sempre, anche dalle parti del Pd/Ulivo/Unione. Dopo che l'assemblea nazionale del partito si è conclusa con un nulla di fatto (leggi pesci in faccia), Matteo Renzi ha rilasciato (anche lui) una dichiarazione shock: “C'è una parte del gruppo dirigente – ha detto il Sindaco (maiuscola d'obbligo) – che non ha capito di aver perso le elezioni. Noi candidati, io, Cuperlo, abbiamo parlato dei problemi del paese, poi c'è un gruppo dirigente rancoroso che ha tentato di buttare tutto in caciara. Quando hanno sfogato tutti i loro rancori ci facciano un colpo di telefono e ci dicano 'venite a votare'”. Stavolta Renzi ha ragione, non è possibile che la tattica del “temporeggiare” investa così pesantemente anche il Pd: basta il governo.
Ultima notizia. Preso atto del clima di revival che si respira nell'aria rarefatta di un paese incapace di crescere, Umberto Bossi ha deciso di ricandidarsi a segretario confederale della Lega Nord. Non c'è limite né ci sono cure per patologie tanto invasive. Ce lo diceva uno psichiatra incontrato tanto tempo fa: "Dalle malattie mentali non si guarisce. Però si può vivere meglio". Appunto Umberto, ritirati.

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