In
un'altra nazione, la riunione della Giunta delle Elezioni del Senato
si concluderebbe nel giro di pochi minuti. Dopo avergli ritirato il
passaporto, a Silvio verrebbe anche annullata la tessera di Parlamentare della repubblica e amen, föra
(versione corretta del termine secondo la Treccani) di ball. Invece
no! Fra ricorsi alla Corte di Giustizia, revisioni del processo e, in
subordine, domanda di grazia al Presidente della Repubblica, appello
motu proprio a Papa Francesco, protesta al Consiglio di Sicurezza
dell'Onu, supplica alla Presidenza Mondiale di Amnesty International
e istanza al WWF in qualità di unico sopravvissuto di una razza in
via di estinzione, Silvio è ancora sulla breccia. Lo ha detto anche
'O Schiattamuort: “I giochi non finiscono qui” e ha prontamente
candidato Roma alle Olimpiadi del 2024. Prima della decadenza
effettiva del Cavaliere da senatore della repubblica, occorrerà
attendere la metà di ottobre, questo il calcolo molto verosimile del
FattoQuotidiano di ieri. Nel frattempo LettaLetta tirerà avanti
annunciando riprese a ogni piè sospinto (Saccomanni ha parlato ieri
di fine 2014 per un segno “più” pieno), mentre tutto il resto o
non si muoverà perché, fateci caso, a fronte di annunci roboanti
nulla si muove o, se accadrà, l'andamento sarà quello della Ferrari
di Alonso di questi tempi: lento. Per saperne di più o, meglio, per
capire come andranno le cose da qui in avanti, basterà attendere la
fine della riunione di oggi pomeriggio della Giunta del Senato.
L'aspetta Silvio, l'aspetta LettaLetta, la aspettano in tanti meno
che gli italiani, i quali, a fronte dell'ennesimo attacco verso una
giustizia giusta, fanno spallucce, non si muovono, non protestano,
ancora rincoglioniti dal sole agostano di una estate da dimenticare.
E proprio per alleviare le calure di Luciano Violante, ieri alla
festa del Pd di Genova, un militante ha pensato di aspergerlo con un
po' d'acqua minerale. Saputa la notizia, ci siamo immaginati un
gavettone di proporzioni najesche, invece è stato solo un quarto di
bottiglietta rovesciato sulla testa del più grande giurista degli
ultimi 150 anni. E dire che, dopo aver sognato Palmiro che tentava di
falciargli le gambe e di dargli qualche martellata sulle palle, il
presidente Violante aveva fatto un parziale passo indietro
affermando: “Inutile perdere tempo, per il caso Berlusconi non c'è
niente da fare, deve mollare”. Evidentemente, la retromarcia è
stata tardiva e quello che doveva essere un gavettone, si è
trasformato in un semplice getto d'acqua under control. A proposito,
come saprete, sempre ieri, a Cernobbio c'è stato lo show di
Gianroberto Casaleggio. Fra un mare di ovvietà e una platea di
politici che prendevano appunti, Gianroberto ha preteso che
l'incontro avvenisse a porte chiuse (alla stampa naturalmente) per
illustrare ancora una volta il suo ideale di mondo gaiano. Se non ci
fosse stato l'americano Michael Slaby, “guru” della campagna
elettorale di Barack Obama a rispondergli colpo su colpo, ci mancava
poco che a Casaleggio il gruppo dei politici e dei banchieri in gita
domenicale, non tributasse una standing ovation. Ma non perché
condividessero il progetto casaleggiano di un mondo diverso, perché
sanno che con i “radicali” loro vanno a nozze. Lo stesso
trattamento lo avevano riservato a Bertinotti qualche anno fa, e
tutti sanno che fine ha fatto il 35ore-Fausto. Con i radicali
l'impresa è facile: basta lasciarli parlare, loro si riempiono di
parole fino a soffocare.
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