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sabato 9 novembre 2013

Arrestato Oscar Lancini, il Kit Carson di Adro. Salvini-Tex: “È un attacco contro la Lega”

Alla fine, un esponente del magna-magna Lega è stato arrestato. Premessa. Secondo noi Oscar Lancini, primo cittadino di Adro, fervente adoratore di Odino e inventore dello zerbino con il Sole delle Alpi, non ha preso neppure un cent bucato. È troppo scemo per essere anche furbo e la furbizia, si sa, almeno un paio di sinapsi attive le prevede. Non avendone a disposizione neppure una, Oscar Lancini non ha esportato capitali in Tanzania, non ha investito in diamanti, non ha comprato la Porsche né “Uncharted 2: Covo dei ladri”, l'ultimo videogame della Playstation. Ha semplicemente favorito aziende leghiste di amici bevitori accaniti dell'acqua della sorgente del Dio Po, commettendo qualche reato: falso in atto pubblico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti. I favoriti e aggiudicatari dell'asta mai effettuata, sono due imprenditori suoi amici, Alessandro Cadei e Emanuele Casali i quali, grazie a piccoli trucchi politico-amministrativi, non correvano il rischio di vedersi soffiare da altri gli appalti più appetitosi. Il giochetto è semplice, “si fanno passare per gratuite opere che non lo sono, ma così artatamente aumentando il consenso popolare sulla persona del sindaco che assume la 'paternità' delle stravaganti idee e facendo lavorare, costantemente, i classici 'amici degli amici', cioè la coppia Casadei-Casali, politicamente legati al Lancini". Kit Carson non è stato l'unico a finire ai domiciliari. Infatti, a tenergli compagnia, sono Carmelo Bagalà (che dal nome deve essere originario del Brennero), segretario comunale; l'assessore ai Lavori pubblici, Giovanna Frusca; il responsabile dell'Ufficio tecnico, Leonardo Rossi, e gli imprenditori edili di cui sopra Alessandro Cadei e Emanuele Casali. Dire che nell'Italia di oggi ad aggiudicarsi gli appalti (e non solo) pubblici sono gli amici, gli amici degli amici e i finanziatori delle campagne elettorali è l'ennesima scoperta dell'acqua calda. E non deve stupire la dichiarazione farneticante del segretario regionale della Longobardia, Matteo Salvini (Tex) che, dopo aver accusato la magistratura di complotto anti-leghista, ha avuto il tempo di rivelare all'Italia intera come funziona la questione. Ha detto Tex: “Lancini, da buon leghista, ha sempre lavorato per favorire la nostra gente e le nostre imprese ovviamente nel rispetto della legge. A qualcuno questo non piace. A me sì!” Ora, il fatto che tra leghisti non si indicano gare d'appalto per assegnare lavori pubblici, ma si favoriscano le “nostre imprese” è a dir poco scandaloso, una specie di confessione involontaria che ci fa capire, ma lo sapevamo già, come diavolo funziona il gioco sporco della politica italiana attuale. Tradotto in volgare, così lo capisce anche Salvini: o hai in tasca la tessera della Lega e ci finanzi o non lavori”, e questo è un reato. Lo diceva anche Benito Mussolini, infatti chi non prendeva la tessera del fascio se ne andava al confino e senza passare dal via. Altro che multe milionarie della UE per le quote latte pagate da tutti i contribuenti, i leghisti in un ventennio berlusconiano, si sono mangiati non solo le bistecche d'orso e la pajata con Alemanno, ma un vero e proprio domineddio. Oscar Lancini (Kit Carson), salì alla ribalta nazionale per aver, nel 2010, vietato ai bambini con famiglie non in regola con i pagamenti per la mensa scolastica e lo scuolabus, di mangiare e di essere trasportati a scuola. Il caso fece scalpore perché un concittadino, Silvano Lancini (omonimo ma non parente), si fece carico delle spese per i piccoli, gesto che l'Innominabile premiò allora con un cavalierato. Ma la storia è continuata e continua ancora perché, ci dicono da Adro, dieci bambini “morosi” sono stati 'adottati' dalla Croce Rossa, mentre altri se li sono presi in carico il dirigente scolastico e una decina di insegnanti. C'è infine da dire che i bambini e gli insegnanti, convivono in quello splendido plesso scolastico intitolato a Gianfranco Miglio, teorico della Padania e ideologo della Lega, che Oscar Lancini pensò di personalizzare mettendo il marchio del Sole delle Alpi dappertutto, tazze dei cessi e cestini dell'immondizia compresi. Ebbene, la Corte dei Conti, ha ritenuto quell'arredo urbano un danno per l'erario (i simboli furono rimossi a furor di popolo) e condannato Kit Carson al pagamento in solido della cazzata messa in atto: 7.398 euro. Un po' di tempo fa, quando scrivemmo di quello che stava accadendo ad Adro, qualche burlone militante leghista, ci invitò a prendere un caffè al bar della cittadina padana, con stecche da biliardo annesse e non per giocare a carambola. Ora lo sapete dove mettervi la stecca da biliardo...

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