Si
dividono ma il leader resta uno anzi, unico: Silvio I° imperatore di
Arcore. Si dividono, a meno di un coup de theatre che questa volta
sarebbe un coup e basta, con l'alibi della governabilità, mentre non
è che per portare a casa gli ultimi privilegi concessi a deputati e
senatori, vitalizi compresi. Non solo. C'è chi, se non avesse
l'impunità, correrebbe il rischio di finire in galera, a quel punto
meglio “il Capo”, no? Gli ultimi tentativi disperati di metterci
una pezza sono falliti miseramente di notte, quando l'agitarsi dei
carbonari e dei massoni, è stato fermato da una telefonata lapidaria
di Silvio che ha detto a Quagliariello: “O con me o contro di me”,
perché il succo della sostanza, alla fine, è proprio questo.
Berlusconi non riesce a digerire il fatto che, mentre lui decadrà da
senatore e non potrà più utilizzare la sua tessera per andare al
cinema a vedere Checco Zalone, Formigoni, Lupi e Cicchitto potranno
continuare a farlo senza vergogna. Ma come potevano pensare, le
colombe, che Silvio potesse davvero travestirsi da statista quando
per tutta la vita ha pensato solo ai cazzi suoi? Ma quanti lodi
avevano dovuto ideare per salvargli il culo in tutti i modi
possibili, per pensare che il vento fosse cambiato? La potenza di
fuoco elettorale di Silvio la conoscono tutti. Prendiamo le ultime
elezioni. Ha ripreso in mano un partito decotto e in venti giorni,
mentre un pirla emiliano cercava di smacchiarlo, è riuscito a
tornare al governo passando pure per il salvatore della patria. Ridotto ai
minimi termini, il Pdl è riuscito in un'impresa che nessuno si
sarebbe mai aspettato, neppure l'inconsapevole Capezzone. Eccole, quindi,
le paure di quelli del Nuovo Centro Destra (che cazzo di nome
originale!). Hanno cercato fino alla fine di restare attaccati alla
tetta di Silvio per suggere l'ultimo latte disponibile, ma da parte
del Capataz, di latte non ce n'è più e il rischio che corrono i
vari Quagliariello, 2232, i trenta senatori e i 25 deputati
governativi, è quello di squagliarsi come neve al sole di agosto. E
non saranno sufficienti le manovre di Pierfy Casini-Caltagirone per
metterli nelle condizioni di contare ancora qualcosa nel panorama
politico italiano. Non crediamo sia un caso il fatto che ieri Scelta
Civica si sia spaccata in due. Mentre Mario Monti aveva deciso di
divorziare dal Pierfy (che aveva tramato alle sue spalle) e di dare
un calcio nel culo all'Udc, i popolari si erano già allocati nel
Casini rifondatore della DC e propugnatore di un nuovo centro-destra
nettato da Silvio. C'è da sottolineare però, la genialità di
Daniela Santanché la quale, proprio in vista della fuoriuscita dei
governativi dalla nuova Forza Italia, ha fatto incontrare a Silvio la
carne fresca dei nuovi, giovanissimi forzaitalioti. E a Silvio, si
sa, la carne fresca piace da morire, anche perché l'altra l'ha già
assaggiata tutta.
Spaccato
un partito per riaffermare che gli unici cazzi che contano in questo
paese sono quelli di Silvio, continuano a venir fuori le statistiche
di chi continua a monitorare lo stato di salute di una nazione di
saltimbanchi. Il Cerved, ad esempio, ci dice che negli ultimi nove
mesi hanno chiuso 9.902 imprese, il 12 per cento in più dello stesso
periodo del 2012. La Confcommercio, invece, ci dice che siamo ancora
in piena recessione e che gli “spiragli” aperti dal duo
LettaLetta/Saccomanni, su una possibile ripresa, rappresentano un
sogno mentre la realtà è una cosa diversa. In più, c'è da dire
che la UE ha sonoramente bocciato la legge di stabilità affermando
che non ci sono le richieste riforme strutturali né le
privatizzazioni auspicate. LettaLetta ha risposto che non è
possibile continuare a percorrere la via del rigore, ma a Bruxelles
hanno fatto orecchie da mercanti, la riprova che l'Italia è un paese
commissariato nonostante qualcuno si preoccupi ancora di dirci che non
è vero. Se questo governo dovesse rispondere a tutte le richieste
della UE, sarebbe peggio di quello del Professore, e non si vede
all'orizzonte nessun politico che possa metterci una pezza. In questo
momento servirebbero un colpo di reni, uno di genio, uno di fantasia.
Invece siamo ancora vittime dei burocrati/tecnocrati benedetti dalla
UE. Serve uno strappo e, alla fine, un po' di coraggio,
caratteristiche che, purtroppo, non fanno parte del dna democristiano.
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