Giuseppe Piscopo "Poltronicidio" |
Vivacissimo
questo momento “storico” della politica italiana. Alessandro
Sallusti si sta prendendo una raffica di querele da chi, fino a ieri,
gli ha fornito materiale a gogò per il suo ineffabile “metodo
Boffo”. Ultimo in ordine di tempo Renato Schifani il quale,
attaccato pesantemente nell'editoriale del Giornale di ieri, ha dato
mandato ai suoi legali di querelare Sallusti detto anche “il
graziato”. Ma “ghignetto” Sasà ha raggiunto il top delle sue
performance contro un avversario affatto accomodante, e cioè 2232,
alias Fabrizio Cicchitto. A Matrix dell'”onda-su-onda” Luca
Telese, il direttore del Giornale, eufemizzando, ha iniziato a
parlare di “corna e di cornuti”. 2232, scattante come una faina,
lo ha immediatamente rimbeccato: “Beh, qui se c'è qualcuno che non
può parlare di corna sei tu”; riferimento al rapporto di Sasà con
la Danielona? Mah... Però il direttore di famiglia ha continuato e
Cicchitto, ormai esasperato, lo ha apostrofato con un “cretino”
che rende appena l'idea di cosa rappresenti oggi Sasà nell'universo
berlusconiano. Il fatto è che di Silvio in Silvio, di
berlusconismi ogni giorno ce n'è uno. Ora è venuta fuori pure
questa storia dei falsi rimborsi spese dei consiglieri della Regione
Piemonte che, a quanto sembra, posseggono anche il dono divino della
ubiquità e della bilocazione proprio come Padre Pio. Pensate, il
governatore Roberto Cota era a cena contemporaneamente in cinque ristoranti
piemontesi e, meraviglia delle meraviglie, ha pagato conti a Torino
quando la cella telefonica del suo smartphone lo dava a Vercelli. Se
non è un miracolo questo, diteci voi cos'è. E poi c'è
l'Innominabile, il quale ancora una volta (vi sembrava fosse cambiato
vero? invece naaaaaaaaaa!), ha dichiarato: “È con viva e vibrante
soddisfazione che vi annuncio che sono il presidente di tutti e non
di una sola parte politica”. Ieri mattina di buon'ora, Cip e Ciop,
al secolo Renato-Renato Brunetta e Paolo Romani, sono andati a far
colazione al Quirinale, dove sembra che servano dei babà da urlo.
Fra un caffè e, appunto, un babà, hanno chiesto a
colui-che-siede-sulla-poltrona-più-alta-del-Colle-più-alto-di-Roma,
di aprire formalmente la crisi di governo perché una delle
componenti che aveva contribuito a formarlo, non c'era più.
L'Innominabile, sempre con viva e vibrante soddisfazione, ha preso atto che
i due pirl... capigruppo di Forza Italia, avevano sostanzialmente
ragione e quindi, preso il telefono a forma di scudocrociato
utilizzato per le comunicazioni dirette con LettaLetta, ha detto al
premier: “Enri', sient a me, accà ci stanno Brunetta e Romani...
c'hanno raggione... tu te dive a fa vutà n'ata vota 'a fiducia”.
LettaLetta ha chinato il capo e, sbattendo i tacchi, ha sillabato:
“Jawohl mein kommandant” ed è partito per Vilnius. Ma ieri, con
Berlusconi silente rientrato di corsa ad Arcore senza muta da sub, la
parte del gigante l'ha fatta Angelino 'O schiattamuort Alfano. Dopo
che Matteo Renzi aveva detto: “Dal 9 dicembre l'agenda al governo
la dettiamo noi”, l'ex (?) maggiordomo di Silvio ha tenuto a
precisare: “Sebben che siamo di meno, questo governo si tiene in
piedi grazie a noi e, viceversa, lo possiamo fare anche cadere”.
Insomma, apparentemente sembra che tutto si muova e invece, come
sempre, è la solita storia del gioco delle parti, stavolta però con
un poltronicidio.
sto seduto in riva al fiume e aspetto di vedere passare i cadaveri di tutte queste sanguisughe che vivono alle spalle della gente onesta
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