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venerdì 29 novembre 2013

Schifani, Sallusti, Cicchitto, Cota, Brunetta, Romani, Alfano... che bell'Italia!

Giuseppe Piscopo "Poltronicidio"
Vivacissimo questo momento “storico” della politica italiana. Alessandro Sallusti si sta prendendo una raffica di querele da chi, fino a ieri, gli ha fornito materiale a gogò per il suo ineffabile “metodo Boffo”. Ultimo in ordine di tempo Renato Schifani il quale, attaccato pesantemente nell'editoriale del Giornale di ieri, ha dato mandato ai suoi legali di querelare Sallusti detto anche “il graziato”. Ma “ghignetto” Sasà ha raggiunto il top delle sue performance contro un avversario affatto accomodante, e cioè 2232, alias Fabrizio Cicchitto. A Matrix dell'”onda-su-onda” Luca Telese, il direttore del Giornale, eufemizzando, ha iniziato a parlare di “corna e di cornuti”. 2232, scattante come una faina, lo ha immediatamente rimbeccato: “Beh, qui se c'è qualcuno che non può parlare di corna sei tu”; riferimento al rapporto di Sasà con la Danielona? Mah... Però il direttore di famiglia ha continuato e Cicchitto, ormai esasperato, lo ha apostrofato con un “cretino” che rende appena l'idea di cosa rappresenti oggi Sasà nell'universo berlusconiano. Il fatto è che di Silvio in Silvio, di berlusconismi ogni giorno ce n'è uno. Ora è venuta fuori pure questa storia dei falsi rimborsi spese dei consiglieri della Regione Piemonte che, a quanto sembra, posseggono anche il dono divino della ubiquità e della bilocazione proprio come Padre Pio. Pensate, il governatore Roberto Cota era a cena contemporaneamente in cinque ristoranti piemontesi e, meraviglia delle meraviglie, ha pagato conti a Torino quando la cella telefonica del suo smartphone lo dava a Vercelli. Se non è un miracolo questo, diteci voi cos'è. E poi c'è l'Innominabile, il quale ancora una volta (vi sembrava fosse cambiato vero? invece naaaaaaaaaa!), ha dichiarato: “È con viva e vibrante soddisfazione che vi annuncio che sono il presidente di tutti e non di una sola parte politica”. Ieri mattina di buon'ora, Cip e Ciop, al secolo Renato-Renato Brunetta e Paolo Romani, sono andati a far colazione al Quirinale, dove sembra che servano dei babà da urlo. Fra un caffè e, appunto, un babà, hanno chiesto a colui-che-siede-sulla-poltrona-più-alta-del-Colle-più-alto-di-Roma, di aprire formalmente la crisi di governo perché una delle componenti che aveva contribuito a formarlo, non c'era più. L'Innominabile, sempre con viva e vibrante soddisfazione, ha preso atto che i due pirl... capigruppo di Forza Italia, avevano sostanzialmente ragione e quindi, preso il telefono a forma di scudocrociato utilizzato per le comunicazioni dirette con LettaLetta, ha detto al premier: “Enri', sient a me, accà ci stanno Brunetta e Romani... c'hanno raggione... tu te dive a fa vutà n'ata vota 'a fiducia”. LettaLetta ha chinato il capo e, sbattendo i tacchi, ha sillabato: “Jawohl mein kommandant” ed è partito per Vilnius. Ma ieri, con Berlusconi silente rientrato di corsa ad Arcore senza muta da sub, la parte del gigante l'ha fatta Angelino 'O schiattamuort Alfano. Dopo che Matteo Renzi aveva detto: “Dal 9 dicembre l'agenda al governo la dettiamo noi”, l'ex (?) maggiordomo di Silvio ha tenuto a precisare: “Sebben che siamo di meno, questo governo si tiene in piedi grazie a noi e, viceversa, lo possiamo fare anche cadere”. Insomma, apparentemente sembra che tutto si muova e invece, come sempre, è la solita storia del gioco delle parti, stavolta però con un poltronicidio.

1 commento:

  1. sto seduto in riva al fiume e aspetto di vedere passare i cadaveri di tutte queste sanguisughe che vivono alle spalle della gente onesta

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