Il
senso del berlusconismo sta tutto in due immagini. La prima:
nonostante il freddo boia di Roma, Silvio si presenta sul palco in
“Caraceni” e girocollo nero. Uno dice, “il nero sfinisce”, e
la ragione principale forse è quella visto che Silvio è ingrassato
pericolosamente. Ma lo scopo è soprattutto quello di sembrare
Superman, anche quando le avverse condizioni atmosferiche
suggerirebbero una maggiore saggezza. Però è talmente tanta la
voglia di “teatro”, che Silvio anche fisicamente (lifting,
capelli di plastica, botulino) deve sembrare quello che non è, un
giovanotto in piena forma. Sotto il “Caraceni”, Silvio indossa
una tuta da sub che “contiene” e non lascia entrare il freddo.
Infatti il corpo del Capataz sembra reagire bene ma la voce, che non
può essere protetta in nessun modo, testimonia lo stato di estrema
fragilità di un uomo al quale, a pochi metri di distanza, stanno
togliendo lo scranno da sotto il culo. All'inizio del suo discorso
Silvio sembra ubriaco. L'eloquio non è fluente, le parole
s'intrecciano e la lingua si arrotola sulle “esse” e sulle
“erre”. Pensiamo ai trinchetti di grappa o all'uso spropositato
di qualche psicofarmaco (tavor e lexotan procurano questi fastidi),
ma non è nulla di tutto ciò né può essere quello spritz che si è
fatto di corsa prima di uscire da Palazzo Grazioli. È solo il
maledetto freddo che gela consonanti e vocali, e che quando Silvio
alza la voce lo fanno sembrare un clochard ubriaco parecchio
rincoglionito. Superman, ecco. Silvio deve apparire l'uomo che non
chiede mai e che, rotto a tutte le intemperie e le tempeste, è
saldamente fermo sulla tolda a impartire ordini. La seconda, se
possibile, è ancora peggio della prima. Finito il discorso Silvio
scende dal palco per il bagno di folla che deve al suo popolo. Davanti
gli si para Francesca, la fidanzata che, invece di abbracciarlo,
stringendolo forte e magari piangere sulla sua spalla, gli prende la
mano e gliela bacia. Ma non sul palmo (che sarebbe un gesto di grande
tenerezza) ma sul dorso, proprio come Silvio fece con Gheddafi.
Ecco, allora, che tutto il senso vero del berlusconismo ci è apparso
all'improvviso, come una rivelazione divina o un nirvana con anfetamine
escluse. Silvio è il “dominus”, il signore incontrastato di una
pletora di idolatri senza palle né orgoglio né dignità, che in
tutti questi anni gli hanno baciato la mano come si faceva ai signori
in tempi bui. E il fatto che lo abbia fatto Francesca ci ha
sinceramente sconvolto perché neppure le regine baciano la mano del
re ma si limitano a un inchino. C'è un ancora un solo Signore in questo
paese (Totò Riina a parte), che pretende il baciamano dai sudditi. L'unica consolazione è
che da ieri sarà un sig. anche sulla busta di una lettera.
Uno
yogurt scaduto non fa male. Mantiene il colore, il sapore, la
sostanza. Una volta scaduto, lo yogurt perde solo i fermenti lattici
vivi che, anche se morti, continuano a non far male pur non
assolvendo più al loro compito originario di “guardie bianche”
dell'intestino. Berlusconi è così, solo che i fermenti lattici di
Silvio fanno male sempre, da vivi e da morti... e sono gli unici che
da morti diventano tossici, mentre quelli dello yogurt si eliminano
facilmente stando seduti sulla tazza del cesso.
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