Questo
delirio è destinato a non avere una fine. In Italia si è appena
spenta l'eco della cazzata silviesca del millennio, che l'assessore
regionale lombardo alla sanità, Mario Mantovani, ha pensato di
rilanciare la storiella della persecuzione contra-Silvium, non
durante la festa domenicale degli ospiti di Villa Sorriso (con tanto
di Viagra diluito nell'aranciata) ma a Gerusalemme, a casa di chi la
persecuzione l'ha vissuta sul serio, mica pifferi. L'assessore
Mantovani, andato in Israele per piantare l'albero dedicato ai
lombardi che hanno salvato famiglie ebree dalla deportazione nel
Giardino dei Giusti, accanto a un basito Benjamin Netanyahu ha detto:
“Questo albero è l'inno ad ogni forma di vita e di libertà contro
i mille volti della persecuzione che, come nel caso del leader
dell'opposizione Silvio Berlusconi, può manifestarsi anche con la
negazione della parità dei diritti”. I presenti si sono guardati
sgomenti, tirando però un sospiro di sollievo quando si sono resi
conto che l'interprete non aveva tradotto l'ultima parte del discorso
dello statista longobardo. A questo punto non sappiamo più se i
berluschini ci sono o ci fanno. Lasciamo perdere Renatino Brunetta
che ha detto, “Silvio ha nelle vene sangue ebreo, lo sanno tutti”,
salvo scrivere una lettera riservata ai guaglioni di Casa Pound che
avevano già preso le mazze ferrate in mano. Lasciamo perdere Sandro
Bondi che, revisionando un po' la storia, ha fatto entrare di
sguincio Silvio nel Diario di Anna Frank. Lasciamo stare le ragazze
che hanno testimoniato sotto giuramento che Silvio è circonciso,
resta la sensazione che i pidiellin-forzaitalioti, per tappare una
falla ne aprono un'altra di proporzioni maggiori e più pericolose, perché puzzano di servilismo lontano un miglio. Poveri pidiellini,
il partito della libertà (di Silvio) si sta sfasciando giorno dopo
giorno. Perdono pezzi a ogni refolo di vento, si staccano tiranti di
lifting mal riusciti come fossero elastici cinesi e, in attesa del
Gran Consiglio Nazionale, quello che passerà alla storia come la
Notte dei Cristalli di Arcore, si tirano fendenti e si mollano
ceffoni come fossero villici qualsiasi con il mulo che si è messo in
sciopero. Così, in attesa di sapere quante amanti ha Alfano, il
colore dei calzini indossati da Lupi, la taglia dei pannoloni di
2232-Cicchitto, i gerarchi del Pdl stanno lustrando i galloni e
oliando gli speroni pronti a saltare addosso ai governativi. Scorrerà
sangue? Macché, al massimo colerà un po' di cerone.
E
comunque, guardate, il Pd non sta messo meglio. Anzi, in questo
momento, la situazione all'interno dei democrat è incandescente. Nel
Pdl ci sono due fazioni che si fronteggiano in attesa di spartirsi
l'eredità del Capo, nel Pd sono tutti contro tutti, un
caravanserraglio di uccelli in libera uscita, pensieri nebulosi e
sinapsi solitarie che preludono a un'altra bella scissione di stampo
semi-sinistra. Ma che ci fa Pippo Civati nello stesso partito di
Beppe Fioroni?
patetico...........
RispondiEliminacosa non farebbero certi padellini per due fette di mortadella