Neil MacGregor, il direttore del
British Museum, non sta nella pelle. A lui e alla struttura che
dirige, la mostra su Pompei ed Ercolano ha fruttato 6 milioni di euro
e fatto registrare mezzo milione di ingressi: la terza performance di
sempre dopo i Tesori di Tutankhamen e l'Esercito di terracotta
cinese. Il novanta per cento dei pezzi esposti sono arrivati
direttamente dall'Italia, in prestito, e gli inglesi hanno saputo
farli fruttare nell'unico modo possibile: esponendoli. Ma non basta.
Il 25 e il 26 novembre, uscirà nelle sale cinematografiche di tutto
il mondo un documentario sulla vita nelle due città distrutte dalla
furia del Vesuvio, prodotto direttamente dal British e, a quanto si
dice, già destinato a incassi record, proprio come Checco Zalone da noi. Si possono fare tutte le
considerazioni del mondo, e tutte plausibili. Ma nessuno ci potrà
togliere dalla mente che l'Italia è governata da gente che al
massimo potrebbe sovrintendere alla cura di un pollaio e non nella parte del gallo.
Aveva ragione Tremonti, con la cultura gli italiani non mangiano, ma
con la cultura italiana gli inglesi sì, e anche abbondantemente.
È di questi giorni la notizia
che Silvio di persona personalmente, ha telefonato al professor Paolo
Becchi, teorico/teologo del M5S. Silvio voleva capire
dall'inquietante personaggio che filosofeggia sulle bislacche teorie
di Casaleggio, come fare a monetizzare (in termini di voti) la pancia
degli italiani. Dopo una lunga interlocuzione, interrotta solo dai
latrati di Dudù che si era fracassato le palle, il professore, con
lo sguardo tale e quale a quello di Chucky, la bambola assassina, ha
dettato alle agenzie: “Oh, brava gente, Silvio è forte, lui ha
capito il futuro. Il Pd è morto”. Grande Silvio, gli basta un
telefono e la gente cade ai suoi piedi, e senza le Scapagnini Pills.
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