Sono
1.128.722 le persone che vivono di politica. Non lo dicono né Anonymous
né il bollettino degli anarchici insurrezionalisti. Lo dice la Uil,
che di tutto può essere tacciata meno che di disfattismo, vero
Angeletti controfirmatore dei patti scellerati con Marchionne? Il
costo di questo esercito di nullafacenti e nullasapienti è di 24
miliardi di euro l'anno, 6 volte l'Imu. Il solo vicepremier, detto 'O
Schiattamuort, fra consulenti e segretari, amici e conoscenti, costa
all'erario, cioè a noi, 3 milioni e mezzo di euro l'anno. Gli altri
soldi vanno a parlamentari, amministratori locali, dipendenti di
società statali, funzionari di partito, portaborse, portagiornali,
portacappuccini, portabrioche, portasniffate, portaerba, portasfiga
vari, porta e basta. A volte, intorno ai nostri politici prosperano
vere e proprie industrie del lavoro che, almeno, contribuiscono a far
scendere il tasso di disoccupazione giovanile. Sono tutti parenti,
amici degli amici, figli di amanti e concubine, nipoti di
capibastone, prole illegittima dei signori delle tessere, quelli che
scendono in campo (investendo in proprio qualche centinaia di
migliaia di euro), solo quando occorre. Come ad esempio in questi
giorni in cui si stanno svolgendo i congressi provinciali del Pd. A
leggere le cronache, fra tessere in bianco, quelle pre-compilate,
quelle che arrivano con l'Ups in scatole di “campioni senza
valore”, quelle che si raddoppiano lungo il viaggio fra Roma e la
sede di destinazione, quelle che si triplicano senza un Cristo pronto
a ripetere il miracolo dei pani e dei pesci, il Pd sembra essere
diventato il partito dell'una e trina, una specie di moltiplicatore
delle illusioni che Renzi, Cuperlo, Civati e quell'altro di cui non
ricordiamo il nome, ah, sì, Frittella, cercano in tutti i
modi di possedere proprio come si fa con le mignotte di strada:
semplicemente pagandole. A sentirli sembrano tutti anime candide,
quelle che non sanno niente, non hanno visto niente, non vedranno
niente e, soprattutto, non capiscono niente. Cuperlo dice:
“Blocchiamo i congressi provinciali”. Renzi risponde: “E 'sti 'azzi!” Così succede che a Roma si prendano a randellate, a
Catania scoppi uno scandalo da prima pagina di Libero, a Trapani si
svolgano due congressi con un solo circolo, mentre sono centinaia le
tessere distribuite a perfetti sconosciuti che si sono ritrovati
dalla sera alla mattina, iscritti al Pd. Qualche anno fa successe
anche a noi. Il segretario cittadino dei socialdemocratici, con il
quale avevamo preso qualche volta un caffè, ci fece dono,
recapitandola direttamente a casa, della tessera del suo partito. Il
prenderla, rimetterla nella tasca del legittimo proprietario dopo
avergli pagato un caffè e detto sorridendo “Ma che sei scemo?”,
rappresentò un momento di grande soddisfazione. C'è da dire che,
negli anni, ci ritrovammo a nostra insaputa iscritti al Psi, al Pli,
al Pri e perfino alla DC. Ma quando arrivò la tessera del MSI ci
incazzammo come iene maculate del Sudafrica in crisi di astinenza da
carcassa di zebra del Perù. Ma era morto Almirante e anche il Mis si
stava democristianizzando. Non ci scandalizza mica il fatto che nel
Pd vigano ancora certe regole aberranti, quello che ci sconvolge è
sapere che tutto questo spendere soldi e agitarsi non servirà a
niente, men che meno a cambiare qualcosa in un paese di morti in
avanzato stato di decomposizione. La prova che siamo un paese di morti?
Eccone due. La prima: i malati di Sla hanno scritto al governo
affermando: “O ci state ad ascoltare oppure, tutti insieme,
staccheremo i respiratori”. Stiamo parlando di malati di Sla e non
dei finti ciechi di Canicattì. La seconda. Sapete a chi sono andati
i soldi destinati dai governi che si sono succeduti in quest'ultimo
periodo alle vittime della mafia? Alla figlia di Salvo Lima. Agli
altri, solo la pensione e un morto da piangere. Ovviamente i morti da
piangere non erano e non sono le vittime della mafia.
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