Il
candidato forzaitaliota Ruggeri e Faccetta Nera
È
brutta per essere brutta. Difficile da ascoltare, impossibile per un
normodotato cantarla. È tutta in tonalità maggiore, quella
positiva, quella che dà forza e carica soprattutto agli analfabeti e ai poveri di cuore.
È la
negazione del concetto stesso di musicalità. Elementare come la
popolazione alla quale era destinata, Faccetta Nera non solo è
una canzone orrenda, ma ricorda un periodo e una guerra
pseudo-imperialista che sarebbe bene riporre nel baratro più
inaccessibile della nostra indifferenza. La possono cantare, oggi,
solo quelli di Casa Pound perché la loro ignoranza, storica e
musicale, è indiscutibile.
In
Africa, gli italiani erano comandati dal generale Rodolfo Graziani,
detto il “macellaio degli arabi” e furono i protagonisti
indiscussi di atrocità apocalittiche come le deportazioni, i campi di
concentramento, le uccisioni di massa di libici ed etiopi. Faccetta
nera fu composta da Renato Micheli e Mario Ruccione nell'aprile
del 1935 e voleva celebrare l'unione del popolo abissino con quello
italiano. Com'è andata lo sappiamo tutti meno che un tizio diventato
famoso per la balordaggine, tanto che perfino il suo partito lo
ha disconosciuto.
Il
tizio si chiama Otello Ruggeri, esponente di spicco di Forza Italia a Milano, candidato alle prossime elezioni di Sesto San
Giovanni.
Qualche
giorno fa, nella Caserma Montello del capoluogo lombardo, luogo dove
vengono ospitati i profughi, si è svolta una festa con i ragazzi
della scuola media della zona. Fra canti e balli, giochi e risate,
premi poveri e nessun cotillon, i ragazzi insieme, bianchi e neri,
hanno intonato Bella ciao.
Apriti
cielo, il candidato Ruggeri si è sentito punto nel vivo della sua
incrollabile fede nel Dux e allora, tornato a casa, ha scritto un
post su Facebook nel quale condannava scandalizzato l'esecuzione di Bella ciao e auspicava il ritorno a un sano patriottismo, rappresentato in
questo caso da Faccetta Nera.
Il
testo del post che riportiamo sotto, è indicativo di due palesi
sensibilità del candidato Ruggeri. La prima è che se fosse per lui
al generale Graziani (ma lo avrà mai sentito nominare?), andrebbero
intitolate vie, piazze e pure il forno crematorio del cimitero
monumentale; la seconda è che i volti neri non fanno parte della sua
ideale scaletta dei valori patriottici e occidentali.
Ma il
padre doveva chiamarlo proprio Otello?
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