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giovedì 16 marzo 2017

Cornetto&Cappuccino. L'informazione e le regole. Chi le rispetta e chi no


L'informazione e le regole. Chi le rispetta e chi no

Se un giorno dovessi scrivere una bufala, o una fakenews come si dice ora, sul giornale per il quale lavoro o anche su questo blog, gli interessati avrebbero tutto il diritto di querelarmi. Non solo, a seguire la mia stessa sorte sarebbe il direttore del giornale sul quale scrivo (reato di mancata sorveglianza, e il caso Sallusti condannato alla galera fa giurisprudenza), mentre per il blog di cui sono titolare, pagherei io e basta. Questa faccenda della responsabilità civile e penale editoriale vige in tutto il mondo. Negli Stati Uniti e in Inghilterra, se scrivi una bufala si viene immediatamente licenziati e trovare un altro posto di lavoro è di una difficoltà sovrumana. E di casi simili, iniziando da Peter Arnett ce ne sono stati e ce ne sono. Sarebbe il caso di tirare fuori un discorso alto come la deontologia professionale, ma non lo facciamo per amor di categoria.
Questo Paese, l'Italia mica il Perù, ha vissuto per anni di macchine del fango, quelle presunte inchieste giornalistiche che finivano per delegittimare il rivale politico, e di dossieraggi come nel caso di Marcello De Vito, candidato grillino al comune di Roma.
Insomma, la vita politica italiana è piena di menzogne, bufale, costruzioni artificiose, delegittimazioni, falsi reati spacciati per veri e quelli veri definiti “indiscrezioni”.
Così, sovvertendo qualsiasi regola di proporre informazione corretta, si viene a sapere che la slot-machine chiamata “beppegrillo.it” non è di Beppe Grillo ma di tal Emanuele Bottaro di Modena che a suo dire, non è un prestanome ma un amico del comico genovese che nel 2001 registrò il nome e il sito “per toglierlo dal mercato”. In questi anni di querele a gogò, gli avvocati di Beppe lo hanno tranquillizzato, gli hanno detto “non sei il responsabile dei contenuti” ma, essendo il titolare del blog, una qualche forma di responsabilità oggettiva dovrà pure averla, o no?
Il bello di questa storia è che neppure Beppe Grillo è responsabile dei contenuti degli articoli che compaiono sul blog che porta il suo nome, se non di quelli firmati. E gli altri? “Sul mio blog – che non è suo ma di Emanuele Bottaro – possono scrivere tutti”, dice il leader dei FiveStars.
Allora, il responsabile di quanto va ogni giorno on-line, chi è?
Secondo le carte, la piena titolarità della “linea” del blog è di Beppe Grillo, ma lo stesso Grillo ha dato delega alla Casaleggio Associati di gestire il trattamento dati che però non significa trattamento dei contenuti che, secondo un'altra scrittura, è di completa responsabilità di Grillo. Ma i dati che la Casaleggio Associati rileva dal blog, vengono gestiti dall'Associazione Rousseau che ha sede allo stesso indirizzo della Casaleggio Associati. Non basta, gli articoli non firmati da Grillo, vengono da una pagina che lo stesso Grillo ha messo a disposizione del Movimento, e chi è responsabile dei contenuti della pagina? Secondo l'atto che ne assegna la disponibilità, il responsabile è in toto Beppe Grillo. Però, dopo le ultime querele, gli avvocati di Grillo hanno detto e scritto che così non è.
La volete sapere una bella? Ma Beppe Grillo esiste o no?



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