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contro 1. Ai bulli piace vincere facile
Se non
fosse per un problema di età, tutti minorenni e 3 addirittura sotto
i 14 anni, questo potrebbe essere l'ennesimo caso di bullismo.
Invece, proprio per l'età dei protagonisti, questo assalto a un
ragazzo disabile con annessa violenza sessuale, non può essere
semplicisticamente derubricato nel bullismo imperante in questa scuola malata come la società.
C'è
da dire che queste cose accadono purtroppo a ogni latitudine e a
tutte le altezze geografiche. C'è
da dire che non conta la classe di appartenenza, altrimenti la strage
del Circeo non ci sarebbe stata. C'è da dire che non c'entra nulla il colore
della pelle né l'odio razziale.
Però
l'educazione c'entra, è un fatto incontrovertibile e le
responsabilità vanno divise equamente fra le famiglie dei bulli, la
scuola, la parrocchia, lo stadio, la discoteca, i luoghi, insomma, dove lo stare insieme da valore assoluto
si trasforma in disvalore e la forza di pochi, pochissimi, ha la
meglio sulla debolezza dei tanti, forse troppi.
Giugliano,
provincia di Napoli. Undici ragazzi, diconsi undici, violentano da
gennaio 2017 e per mesi un loro coetaneo che ha disturbi legati alla
crescita. La vittima ha sbalzi di umore che nessuno comprende. È
taciturno, pensoso, non ha i suoi soliti comportamenti, si isola
sempre di più. La madre, bel coraggio signora, investiga per suo
conto, spia e segue il figlio, cerca di capire perché sia cambiato.
Durante
uno di questi pedinamenti, nel campetto di calcio, viene a scoprire
la verità che le appare come la più cruda delle realtà. Suo figlio
di 13 anni, viene ripetutamente violentato da un nugolo di ragazzini
infoiati. La
mamma denuncia gli aggressori ai carabinieri e otto di loro finiscono
in comunità. Tre non sono imputabili, hanno meno di 14 anni.
Ora, a
parte le assicurazioni del sindaco di Giugliano sulle attività che
il suo comune porrà in essere per combattere il bullismo, resta l'amarissima sensazione che ancora una volta ci si
perda in un mare di parole che solo in apparenza lasciano trasparire
buon senso. Che, ancora una volta, le dichiarazioni, come i cordogli
per qualsiasi vittima, siano solo un pannicello caldo per acquietare
animi sull'orlo di una crisi di nervi. r
Definitivamente
perso il senso di appartenenza alla comunità, resta lo sperdimento
che ragazzini imperbi provano rispetto ai grandi fatti della vita e
che il rispetto sia considerato quasi un termine obsoleto. E basta
guardare attentamente la televisione per rendersi conto che di
rispetto non ce n'è più, che fomentare gli animi sia il mezzo più
veloce per raccattare qualche voto, che l'offesa sia il mezzo di
difesa più redditizio.
I
ragazzi sono sempre gli stessi, quello che è cambiato è il mondo
intorno. Tutto.
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