Massacrato sul treno. La gioventù 2.0 made in Italy
La
notizia fa il paio con quella del tredicenne di Mugnano, nel
napoletano, picchiato violentemente dal branco, del quale il padre ha
postato l'immagine con il volto tumefatto su Facebook. Bullismo allo
stato puro, si dirà, eppure questo modo squadrista di comportarsi è
la conseguenza del sentirsi forti con i deboli, invincibili e uomini
duri se davanti non si avesse la vittima predestinata, quasi sempre
inerme, di tanta inutile violenza.
Incontro
quotidianamente ragazzi per strada che fingono di picchiarsi, si
spintonano, si guardano in cagnesco, bestemmiano, fumano e urlano
come invasati. Ma solo se sono in gruppo, perché individualmente non
avrebbero il coraggio neppure di attraversare le strisce pedonali.
È il
gruppo che fa la differenza e se nel gruppo c'è una ragazza, la
voglia di imporsi diventa irrefrenabile e si assiste a scene con
tanto di cornate dei caproni. Il ragazzo bene educato e rispettoso
non ha nessuna chance, il suo ruolo è quello del tappetino, di
plastica o di moquette non fa alcuna differenza.
Treno
locale per Nettuno. Un gruppo di ragazzotti circonda un bengalese di
34 anni. Lo vogliono rapinare probabilmente degli oggetti che porta con sé e che gli servono per guadagnare qualche soldo. Non solo
lo rapinano ma lo pestano di brutto. Fratture del naso, della
mandibola e degli zigomi. Dal pronto soccorso di Anzio lo trasportano
di corsa al Sant'Eugenio, dovrà essere operato. Intanto è talmente
malridotto che non riesce neppure a rispondere alle domande della
Polfer.
C'è
l'aggravante dell'odio razziale, lo fanno capire gli stessi
poliziotti, intanto il branco è fuggito e nessuno ha visto nulla.
Italiani
che picchiano un italiano, italiani che picchiano uno straniero,
comun denominatore: la violenza.
C'è
chi, per un pugno di voti, questa violenza la cavalca senza ritegno.
C'è chi, impregnato di messaggi falsi e ignoranti, manifesta a
favore di un uomo che ha appena ucciso con una fucilata un ladro di
sigarette. Ovviamente gli ha sparato alle spalle, un gesto vile e
senza nessuna giustificazione. Poi c'è chi si suicida convinto di
aver ammazzato la moglie di botte. Fortunatamente la moglie è viva
ma il branco avrebbe tanto sperato in un finale diverso. Alla bara
del massacratore, sempre il branco, tributa un sentito applauso e la
squadra di calcio della quale è tifoso gioca con il lutto al
braccio.
Il
mondo va alla rovescia ed è proprio vero che a volte bisognerebbe
fermarlo e scendere per riflettere un po'. Solo un po'.
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