Lucrare sui malati terminali e farsi la barca
Succede
dappertutto. In quasi tutti i Paesi del mondo la sanità è una mucca
da mungere a più non posso. Ricordate le quote latte dei leghisti?
Ebbene, quello che sta accadendo, e che le cronache dei giornali
riportano puntualmente, è uno scandalo doppiamente schifoso. Il
primo schifo è che si truffa l'ente pubblico, quello che si tiene
grazie ai soldi dei contribuenti. Il secondo schifo riguarda una
sfera più intima, personale, quella che fa capo all'etica civile che
ciascuno di noi dovrebbe tenere nel massimo conto. Se guadagni un
fottio di moneta con l'appalto per un tronco autostradale, le
reazioni della gente sono sempre composte e la voglia di mettere mano
al forcone è relativa. Se lucri invece sui malati terminali di
cancro, la reazione rischia di farsi più violenta, quasi da
ghigliottina e, dare torto a chi lascia andare la mannaia, è di un
difficile da far accapponare la pelle.
Istituto
Tumori Pascale di Napoli, un centro medico conosciuto e stimato.
Ebbene, la Guardia di Finanza ha scoperto che il primario, Francesco
Izzo, aveva costituito con la moglie una società che vendeva
apparecchiature elettromedicali per i malati di tumore. Non solo,
aveva fatto passare i suoi prodotti come gli unici in grado di
sostenere alcuni tipi di servizio. Ognuno, si sa, magnifica le doti
di quello che vende ma in questo caso, il bollino di qualità sulle
macchine impresso dal primario, permetteva di saltare le gare d'asta.
La
conseguenza era che i prodotti della società venivano regolarmente
acquistati dall'ospedale privatamente e non a seguito di gara
d'appalto.
Si
scopre così che le operazioni di cui sopra avevano bisogno
dell'avallo del direttore generale della Asl; conseguenza, arrestato
anche lui. Elia Abbondante è il suo nome, come a dire, nel nome c'è
già scritto il destino.
Complessivamente,
l'inchiesta che ha visto protagonista ancora una volta il giudice
Henry
John Woodcock, ha portato in manette sette persone, tutte quelle che
hanno scambiato i malati di tumore per slot machine.
La
speranza è che il dottor Izzo non si sia fatto la barca, magari
battente bandiera croata. Allora sì che al danno seguirebbe la
beffa, visto che non si sono ancora riscontrati casi di tumori
terminali nei merluzzi.
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