800 piccoli cadaveri
Sembra
di stare seduti in poltrona a guardare Judi Dench che interpreta
Philomena
o Nora-Jane Noone la Bernadette di Magdalene.
Invece quasi tutti i giornali del mondo riportano, nelle pagine della
cronaca più nera, la storia della Casa del Buon Soccorso per madri
nubili e bambini, gestita dalle pie suore cattoliche di Tuam, contea
di Galway, Irlanda. Che le vicende raccontate nei film di cui ho
fatto cenno fossero reali non c'erano dubbi perfino per il Vaticano,
che su storie come queste avrebbe preferito metterci una pietra
tombale, magari con un necrologio degno.
Nessuno
però, aveva fatto i conti con Catherine Corless, donna
sessantatreenne e storica dilettante, che si è messa a spulciare
documenti e ascoltare testimonianze nonostante tutti le dicessero:
“Ma è roba vecchia, lascia stare, chi te lo fa fare”. Tutto era
iniziato negli anni '70, quando un gruppo di bambini che giocava a
pallone, era letteralmente inciampato in un mucchietto di ossa umane.
I paesani, convinti che sotto si nascondesse qualcosa di
inenarrabile, per onorare i defunti decisero di costruire un piccolo
tempio che divenne in poco tempo, oggetto di penosa devozione.
Catherine,
cocciuta e determinata a portare a termine la sua impresa, scopre così
800 certificati di morte di feti e bambini con una età che andava
dalle trentacinque settimane ai tre anni di vita. Cause assurde e
spesso fantasiose, ma tutte a dimostrare che in quel luogo non c'era
nessuna cura, nessuna prevenzione, nessun rispetto per i figli della
colpa. Certificati in mano, Catherine Corless parla con preti, frati,
suore, sagrestani e pie donne, ma la voglia di ricordare non c'è e
anzi, subentra una totale omertà. Della vicenda scoperta da
Catherine, con tanto di fossa comune annessa, solo un trafiletto sul
giornale locale, fino a quando il vecchio padre di uno dei bambini
morti non ne parla con un giornalista di Dublino.
A quel
punto la frittata è fatta e Tuam assurge alle cronache nere, anzi
lugubri, mondiali.
I
misfatti che prelati e suore hanno compiuto nella cattolicissima
Irlanda fra il 1922 e il 1998, è ora oggetto di indagine da parte di
una commissione istituita dal governo. Chissà che alla fine, quei
corpi non abbiano un nome e una sepoltura. Poca cosa, anzi nulla
rispetto a quello che uomini e donne in abito talare hanno compiuto
in nome del “rispetto per la vita”.
La fossa comune di Tuam |
Nessun commento:
Posta un commento