Se anche Dijsselbloem perde la trebisonda: alcolisti e puttanieri
Lo
sanno tutti, nei Paesi del Sud Europa sono ancora in vigore le regole
orgiastiche degli imperi in decadenza. La Grecia, alle prese con il
FMI, strozzini di ogni risma, tedeschi imbroglioni che acquistano gli
aeroporti per un piatto di würstel e krauti, turchi che rompono i
cabasisi a ogni piè sospinto, la questione cipriota ancora aperta,
invece di affrontare i problemi si ubriacano dalla mattina alla sera
e trombano come ricci in calore.
Per
non parlare degli spagnoli che mangiano 24 ore al giorno, bevono 36 e
trombano 48. Un paese, la Spagna, sulla via del dissolvimento causa
vizi. Il restare anni senza governo, ha ricreato le condizioni
dell'urrutiano governo anarchico, per cui le strade, le piazze e i
bar sono diventati in breve tempo veri e propri centri di perdizione.
E
l'Italia non è che stia messa meglio. Da noi l'alcol è un mezzo per
dimenticare chi ci ha governato e governa, le corna di moglie e
marito, l'aria da Grande Bellezza che contraddistingue le serate
degli italiani ricche di alcol, coca, donne, putipù e quacquaracquà,
l'insostenibile rimpianto di essere stati un grande paese e ora non
lo siamo più.
Quindi,
tanto per arrivare al sodo, secondo il presidente dell'Eurogruppo
Jeroen Dijsselbloem, il più intransigente sostenitore delle regole
UE sui conti pubblici e i bilanci, gli stati del Sud Europa spendono
tutto in alcol e donne, facendo così intendere che greci, spagnoli e
italiani sono tutti alcolizzati e puttanieri. E se lo dice lui che
viene da un Paese nel quale i bar sono stati sostituiti da latterie e
coffee-shop alla marjuana, c'è da crederci.
A
nostra difesa potremmo dire che, secondo le statistiche più recenti,
è vero che l'Italia è al 48esimo posto per la qualità della vita,
ma anche che gli italiani sono i più sani del mondo e questo in
chiara contraddizione con quanto affermato da Dijsselbloem che non
sa, poverino, che la percentuale di cirrotici è molto più alta nei
paesi del Nord Europa che in quelli del Sud.
In
molti chiedono le dimissioni di Dijsselbloem, da interi governi a
forze politiche di opposizione. Nessuna reazione invece dai
forzaitalioti che, soprattutto sul versante donne, hanno poco da
ribattere.
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