Si
torna alla prescrizione breve anzi, brevissima. Praticamente un lampo.
Berluspony e Penati sotto inchiesta? Prima ancora che scatti il rinvio a
giudizio, zac: prescrizione. Più veloce della luce, di Spiderman e di Superman
messi insieme, l’impunibilità dei corrotti e dei corruttori, dei peculanti e
dei peculati, dei concussi e dei concessori avviene prima ancora che la legge
possa essere applicata e i colpevoli financo indagati. In Italia, si sa,
soprattutto dal punto di vista giudiziario è meglio prevenire piuttosto che
combattere e Silvio, in tutti questi anni, ci ha insegnato che le regole del gioco
si possono cambiare in corso d’opera. Ora. Resta la domanda che ci facciamo
sempre più spesso e alla quale nessuno è riuscito ancora a dare una risposta: chi non vuole che i corrotti e i corruttori vengano puniti cos’è?
Un garantista matricolato e immarcescibile o un corruttore o un corrotto?
Questo è il quesito che ci poniamo quando qualcuno si oppone alla legge contro
l’omofobia, la pedofilia, la tortura. Per comparazione diteci voi chi sono e
come possono definirsi.
Finalmente nel Pd si comincia a ragionare. L’assemblea
dell’Ergife, quella che secondo i renziani avrebbe dovuto rappresentare la diga
contro il dilagare prepotente dell’uomo di sinistra più amato dalla destra, si
è risolta secondo la democristiana regola del buonsenso. Sospensione dell’articolo
18 dello statuto del partito, quello che sancisce che il segretario è l’unico
candidato premier dei democrat, e via libera alla candidatura di Matteuccio il
quale, in barba anche alla buona educazione, invece di andare all’Ergife a
difendere la sua posizione, se n’è rimasto in Puglia in camper, a raccogliere
le olive di Bitonto. E dire che in parecchi hanno provato a inserire nel
regolamento delle primarie ostacoli di vario genere e natura ma, alla fine, è
prevalso l’acume politico di Piergigi Bersani che sa perfettamente che le
falangi del vecchio Pci saranno come sempre determinanti. Come una doccia
scozzese, è piovuta invece sull’Ergife l’ennesima dichiarazione del Pierfy
Casini furioso: “Nessuna alleanza è possibile con chi in Regione Lazio sta
stringendo patti con Sel e l’Idv”. Si reitera il refrain di un personaggio solitamente
avvezzo ad alzare il prezzo della sua prestazione d’opera politica, un
co.co.co. che, assolutamente fuori dalla storia e dai contesti sociali ed
economici, continua a fare il democristiano doroteo come se nulla fosse
successo e la Balena Bianca esistesse ancora. Altro che Terza Repubblica appena
accennata dal Professore, qui siamo ancora ai giuramenti nelle sagrestie delle chiese
romane agli inizi degli Anni ’60.
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