Maledetti
sondaggi! Non si sa se per autogasarsi o per il vezzo tipicamente silviesco di
mentire senza pudore, la rimonta del Pdl, visti gli ultimi sondaggi, è di soli 2,
miserrimi punti. Non sono servite le ore di tv, i maggiordomi pronti al
leccaggio, gli anchorman proni, gli Arlecchini servitori di (almeno) tre
padroni: Silvio è fermo al 18 per cento, dopo essere ripartito da un 16 che,
secondo noi, era comunque grasso che colava. L’ultimo sondaggio della Demos, dà
il Centrosinistra (Pd + Sel + Tabacci) al 38 per cento; il Centrodestra (Pdl +
Lega + Fratelli d’Italia + nazifascisti) al 25; l‘Agenda Monti al 16; il
Movimento 5 Stelle di Grillo al 13 per cento, e Rivoluzione Civile di Ingroia,
al 4,6 per cento. C’è da dire che il sondaggio è precedente all’esplosione dell’affaire
Monte Paschi i cui vertici, come tutti sanno, sono espressione del Pd. E c’è da
giurare, come è già successo ieri sera da Santoro, che Berlusconi and his friends,
ci giocheranno parecchio. Corsi e ricorsi storici. Nel 2005, Silvio, già morto
e sepolto, venne riportato in vita dall’affaire Bnl, quello della famosa
telefonata tra Fassino e Consorte “abbiamo una banca...” Nel 2013, il rischio
che Berlusconi risorga grazie a un’altra banca c’è tutto. Forse questa è la
ragione per la quale Bersani non si sposta da Bettola, neppure sotto la
minaccia di una esplosione nucleare. Da parte del Pd, silenzio su tutta la
linea. Parla Fassina e dice: “I vertici del MPS saneranno la situazione e
salderanno tutti i debiti”. Come faccia Fassina a dirlo non si sa, o forse sì. La
faccenda è delicata, e vede implicati un mucchio di soggetti, tecnici e
politici, che vanno dal Ministero del Tesoro alla Banca d’Italia, dagli organi
politici che nominarono i vertici della banca senese, fino alla Consob. Il
solito guazzabuglio all’italiana, messo in piedi con il cinico scopo di non
dare un nome e un cognome alle responsabilità. Oggi, il Professore dice: “Non
strumentalizzate il Monte Paschi”. Bisognerebbe rivolgere la richiesta ai
milioni di italiani possessori di una casa che hanno pagato l’Imu, visto che i
loro soldi sono finiti direttamente nelle casse della banca che acquisì
Antonveneta, pagandola il triplo del valore di mercato. L’auspicato e
auspicabile (per lui) accordo con il Pd, sta spingendo Silvio a essere
stranamente cauto sulla vicenda del MPS. Al contrario di quanto accadde con il
duo Fassino-Consorte, la potenza di fuoco mediatica del Cavaliere stavolta dà
sì la notizia, ma non con la stessa cattiveria con la quale attaccò i vertici
dei Ds di allora. Silvio punta all’impunità a vita, si sa, e l’unico partito
che può assicurargliela è il Pd, che in questo momento è saldamente in testa
nei sondaggi, pur correndo il rischio di non governare a causa delle regole di
elezione dei senatori. E sul Senato, Silvio punta tutto. Un po’ mentecatto, un
po’ impaurito da un futuro che potrebbe riservargli sorprese amarissime,
Berlusconi sta investendo tutte le sue forze nella campagna elettorale per i
seggi di Palazzo Madama. Un pareggio sarebbe per lui una vittoria storica,
molto più importante di quella che assicurò la maggioranza assoluta al suo
quarto governo, finito a tarallucci, vino, Razzi e Scilipoti. E tanto è
impaurito Silvio, che sta cercando di trovare un accordo con Bersani sul nome
del prossimo Presidente della Repubblica. Per il momento (ma si prevedono
cambiamenti di rotta, visto che Silvio si è rivolto direttamente al suo amicone
Massimo D’Alema), Bersani gli ha risposto “Con lui nessun accordo”. Mentre il
Professore si è limitato a un lapidario “no” che chiude la vicenda. A proposito
dell’aplomb del Professore, modificatosi geneticamente in vista delle elezioni,
è di pochi minuti fa la dichiarazione con la quale accusa il Pd: “Nel caso del MPS
il Pd c’entra eccome! Basta commistioni politica-banca”. Un pensiero alato, per
la serie “c’hai una faccia come il... “.
Certo che ci vuole una bella faccia di bronzo!!!
RispondiEliminaVania