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giovedì 10 gennaio 2013
Silvio uno e trino: apre ai gay e alle coppie di fatto, bastona le “giudichesse” comuniste e femministe, dà del “finto” a Monti. E stasera il grande show da Santoro.
Ormai
non lo ferma più nessuno. Quando Silvio parte sgomma, come il Trota con la
Ferrari pagata dalla segreteria confederale della Lega. In alcuni momenti
diventa irrefrenabile, un po’ perché altrimenti non se lo fila più nessuno, un
po’ perché l’istituto della provocazione greve, è entrato di diritto nel lessico
guerrafondaio del miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni.
Silvio lancia fendenti. Se potesse, e se Gnazio fosse ancora ministro della
Difesa, si farebbe regalare un lanciafiamme, e via con il fuoco purificatore
contro il tribunale di Milano, la stampa comunista e sfascista, la vagonata di
ex concubine che costano un fottio di euro per tacere, una moglie esosa, la
Chiesa che lo ha abbandonato a se stesso e il mondo crudele che proprio non lo
capisce. Ma non potendo adoperare gli stessi mezzi di Putin, Silvio si
affida alle parole, anche se nutriamo la segreta speranza che si possa presto riconciliare
con un uso corretto della lingua italiana. Il fatto è che, mentre fino a qualche
mese fa nessuno aveva il coraggio di rispondergli, oggi come apre bocca parte
la contraerea. Silvio lo sa e non smentisce manco più, a lui bastano i titoli
dei giornali e che la gente sappia che è vivo, vegeto, vispo e pronto alla
pugna. Così, dalla procura della repubblica di Milano, parte una risposta
piccata del presidente della Corte d’appello e da quello del Tribunale che, in
poche parole, gli dicono: “Guarda, pirla, che sulla terzietà del collegio
giudicante non hai proprio nulla da dire. Il dissenso manifestalo sul contenuto
e ricorri, se vuoi, altrimenti facci il favore, taci”. Ovviamente Silvio non ha
risposto, con buona pace di Vespa-Rockfeller (il corvo, non il banchiere) che gli
avrebbe dedicato una puntata di Porta a Porta prona, linda e con la colonna
sonora di Dallas a far da sottofondo. Maurizio Crozza deve aver contagiato
anche l’ex premier che, in ogni dove, non perde l’occasione per dare a Mario
Monti del “finto”. Lo sappiamo, Silvio è uno verace, non disdegna le volgarità né
le bestemmie contestualizzate, però è anche uno che ha trascorso buona parte
della sua vita in mezzo ai lustrini e alle paillettes, un uomo di televisione
che sa riconoscere il vero dal falso; questa è la ragione per la quale continua
a sparare cazzate senza pudore. Lui la falsità la sente a naso, come Gordon
Ramsay il curry, e dirlo di Monti non è che la conferma indiretta di quello che
pensiamo dall’ormai 16 novembre dello scorso anno: Monti è una specie di
trumeau del ‘700 venduto a Portobello Road. Ma tutti i nodi verranno al pettine
questa sera. Silvio andrà nella tana del leone, da Michele Santoro, a Servizio
Pubblico. “Non potevo fare un torto al mio amico Marco Travaglio”, ha detto
Berlusconi mettendo una mano sulla fondina della 44 Magnum e l’altra abbassata
a tastare i regi attributi. La scusa è che Santoro gli assicura un
passaggio in prime-time che altrimenti nessuno gli avrebbe dato (o potuto
dare). La ragione vera è che questa sera La7 rischia un’audience da finale del
campionato del mondo di calcio con la nazionale italiana impegnata. A chi ha più
pelo nello stomaco che in testa, cosa volete che gliene freghi di rimediare una figuraccia?
Comunque vada, sarà un botto.
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Giuro, se Santoro lo fa gigioneggiare, cambio canale.
RispondiEliminaMarco
Secondo me si stanno preparando da un mese. Silvio e Michele di nuovo insieme, come ai tempi di Moby Dick...
RispondiEliminaVania