Translate
martedì 8 gennaio 2013
Pdl e Lega ancora sposi, un “sì” per l’eternità. Bersani dà del “demagogo” a Mario Monti. Toh! Se n’è accorto...
Non
poteva che finire così: il Pdl e la Lega uniti dal sacro vincolo dell’alleanza.
Sono troppo simili per non correre insieme. Maroni, in fin dei conti, è
lo Storace del nord; il romano alza il braccio destro, il nordico il gomito
durante le cene con le bistecche d’orso. Ma sono uguali anche dentro, in
profondità. Sono insofferenti, arroganti, volgari, ignoranti, pressappochisti,
razzisti, furbetti della peggior specie, falsi, profittatori e devastatori del
bene comune. Sono settari, incivili, violenti e bugiardi come tutti coloro
che per fare carriera s’inventano curricula pieni di meriti, spesso altrui, e di
lauree comprate in una università albanese qualsiasi. Apparentemente sono duri
e puri ma poi, nella sostanza, arraffano tutto ciò che gli capita a tiro
benedicendo la fortuna che gli è capitata. Non sapendo fare un cazzo nella vita,
si sono dati alla politica, e che l’Italia stia come sta, a loro non frega una
mazza, l’importante è portarsi a casa tutto il possibile in attesa che la
fortuna passi. Sono politici senza meriti e senza passione,
se non per loro stessi, sono fanatici, questo sì, e con il fanatismo non si va
da nessuna parte, neppure al Bar dello Sport di Adro a giocare a carambola. Un
po’ come gli alfieri del “montismo”, i fautori del nuovo classismo, gli amici
dei poteri forti e dei commercianti di carta straccia. Appena smessi gli abiti
dell’unto delle agenzie di rating, Mario Monti ha mostrato il suo volto vero,
quello di un tecnocrate che non ha nessun rapporto con la realtà che lo
circonda, e che spinge le signore pensionate a gettarsi dal balcone di casa dopo
avergli decurtato l’assegno mensile di 200 euro. Monti non sa nulla della vita
reale. Preso dai prospetti e dai bilanci, dalle quotazioni di borsa e dalla
fluttuazione dello spread, se ne fotte di chi tira a campare (male), sotto la
soglia di povertà, sotto il livello minimo di dignità che ogni cittadino
dovrebbe avere per continuare a considerarsi tale. Lui è il riformatore, lui il
“nuovo”, lui il salvatore dell’italianità, lui l’unico che ci capisce di
economia e che dialoga, dandosi del tu, con i leader europei e con
MorganStanley. Monti è un robot del quale un comico, Maurizio Crozza, ha
capito tutto, e lo rende al pubblico proprio come il Professore è nella vita
piatta e monotona di tutti i giorni, un anaffettivo che se ne sbatte le palle
degli altri. Bersani, finalmente, c’è arrivato. “Mario Monti è diventato un
demagogo”, ha detto Piergigi dopo aver sentito le dichiarazioni del Professore
che contraddicevano quanto ha fatto al governo durante questo hannus orribilis. E se lo ha detto Bersani, vuol dire che Monti la sta facendo proprio fuori
dal vasino anche perché, subito dopo, accortosi di aver esagerato, Piergigi ha
specificato: “Ma con lui occorrerà dialogare subito dopo le elezioni”. Malato
di centrismo, il segretario del Pd forse non si è ancora reso conto che dal maggiordomo
di Marchionne non si può, e non si deve, tirar fuori un ragno dal buco, che è
meglio lasciarlo perdere, che Monti incarna tutto quello che la sinistra ha
sempre combattuto. Se possibile, il Professore è peggiore del Berlusconi che si
candida a guidare il dicastero dell’Economia (“meglio lo Sviluppo – ha detto
Tremonti – l’economia è troppo complicata”). Perché, se Silvio il male
che ha fatto all’Italia lo ha spesso improvvisato, pensando solo agli affari di famiglia, Mario Monti è un chirurgo
dotato di una precisione millimetrica: quando si tratta di recidere la
giugulare dei pensionati e dei dipendenti a reddito fisso, non sbaglia un
colpo. Ieri Nichi Vendola ha presentato la sua squadra. Tutte persone degne, da
sempre impegnate, nessun quacquaracquà. Spicca, ovviamente per noi, la presenza
nelle liste di Sel, di Giorgio Airaudo. Il vicesegretario della Fiom è l’unica
persona per la quale voteremmo andando alle urne consapevoli di votare “per” e
non “contro”. Airaudo (e la Fiom) fa parte di quella sparuta cerchia di esponenti
del mondo politico-sindacale che non abbassano mai la testa, che procedono per
la loro strada sapendo di pagare sempre, di persona, le posizioni che assumono.
Prendete la Fiom, pur di continuare a difendere l’Articolo 18 della
Costituzione (italiana non turkmena), si è presa le peggiori legnate da tutti,
compresi gli amici. Le hanno sparato addosso Berlusconi e Monti, Fini e Casini,
tutto il Pd e perfino il segretario della Cgil, la signora Camusso. Marchionne
identifica Landini con Belzebù, mentre il presidente Napolitano, ha richiamato spesso
il sindacato dei metalmeccanici, a più miti pretese. Ecco cosa accade in Italia
quando si cerca di difendere la dignità non solo del lavoro ma delle persone.
Ecco cosa accade in Italia quando il peccato originale si chiama coerenza.
Tenetevi pure i santi, i banchieri, i finanzieri e i colletti bianchi. Noi
continueremo a preferire una sana, pulita e coerente tuta blu.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Michia Max!!!
RispondiEliminaMarco
Volevo dire minchia... m'è scappata.
RispondiEliminam.