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lunedì 7 gennaio 2013
L’insostenibile leggerezza delle falsità. Dall’Imu non più intoccabile agli elettrodomestici della Lega, la politica italiana continua a far ridere il mondo (e una parte di Marte).
Conferenza
stampa del Presidente del Consiglio: “Guai a toccare l’Imu, nel giro di un anno
occorrerebbe rimetterla raddoppiata”. Conferenza stampa dell’ispiratore dell’Agenda
Monti: “L’Imu si può modificare, l’Iva congelare, le tasse abbassare”. Chi dei
due ha ragione? Il testimonial dell’Avis o il politico che sale in campo per il
bene dell’Italia? Boh! Chissà chi lo sa? (Così rendiamo omaggio anche a Febo
Conti). Il fatto è che la politica ha le sue regole e sotto elezioni le regole
della politica si rivestono di un nuovo linguaggio: più suadente, più accondiscendente,
più ruffiano. Gli italiani, dopo venti anni di berlusconismo integrale, questo
giochetto dovrebbero averlo capito, quanto meno sulla loro pelle. Invece sembra
che ogni volta si debba ricominciare daccapo a spiegare che così non va, proprio
non va. Insomma, i tabù del Professore, in campagna elettorale, sono diventati un
po’ meno tabù, tanto che viene da chiedersi se sia stato proprio indispensabile
pensarli e poi introdurli. In campagna elettorale tutto diventa all’improvviso
possibile. Perfino che Brunetta aumenti la sua “statura” accademica e che Beppe
Grillo si decida ad ascoltare anche i suoi militanti oltre che Nostradamus
Casaleggio. In campagna elettorale si modifica il dna dei politici made in Italy: se li chiami rispondono, se gli chiedi un consiglio te lo danno, una
raccomandazione te la fanno, un posto di lavoro part-time, e con contratto a
termine (campagna elettorale), te lo trovano. Improvvisamente diventano tutti
Babbo Natale o, come nel caso della Santanchè, la Befana, e la loro borsa si
allarga a tal punto che sembra una fisarmonica novanta tasti. Scoprire poi che
i soldi che escono fuori dalla fisarmonica sono i nostri, ci fa girare un po’
le palle, ma tant’è. Ieri sera, per oltre tre ore, Riccardo Iacona (a
proposito, ben tornato), ci ha fatto viaggiare nel pianeta Lega. E scoprire
cose che voi umani non avete mai visto né vedrete mai. Un partito di nordisti, che si mette nelle mani di un amico delle ‘ndrine, altro non può essere che un “non
partito”. Un partito di gente perbene, che mette a carico della comunità anche
le cartucce del fucile da caccia, non può essere un partito ma una cosca. E Iacona
non ha potuto affrontare, per ragioni di tempi strettissimi, l’ultimo scandalo,
quello del gruppo leghista al Senato, altrimenti il cerchio, stavolta non
magico, si sarebbe chiuso. Dopo le dimissioni del governo Berlusconi, Federico
Bricolo, capogruppo della Lega Nord al Senato, è stato colto da una crisi di
smarrimento. Si è sentito perso e ha dato di matto, iniziando a elargire ai colleghi
denaro cash, buoni per l’acquisto di elettrodomestici e pagamenti vari pur di
non rimettere a Via Bellerio (travolta dallo scandalo Belsito) gli avanzi del
bilancio del gruppo. Si viene così a scoprire che, sempre Bricolo, si faceva
pagare l’affitto dell’appartamento romano, più una sommetta per le spese condominiali
e varie. Si viene a scoprire che ai suoi fedelissimi, concedeva un bonus
mensile di qualche centinaio di euro e che al senatore Calderoli, non più
ministro, compensava la perdita di indennità, con un assegnuccio
mensile di 2000 euro, più il pagamento dell’utenza telefonica Tim. Il bilancio
tutto sommato regolare, che il gruppo teneva prima della caduta del governo di
Silvio, subito dopo diventa un puttanaio di conti correnti nascosti e
paralleli, di pagamenti in contanti dietro la firma di ricevute prestampate, di
prebende non dovute né regolarmente contabilizzate, insomma, un magna magna e
un arraffa arraffa che non ha precedenti né nella storia della Lega né in
quella di altri gruppi senatoriali, Pdl incluso. E la ladrona è Roma. La storia
è presto detta, abituati alle brume del Nord, attraversato il Po, i leghisti imbarbariscono,
perdono il loro dna celtico e si meridionalizzano, diventando tutti mariuoli,
sciuscià e borseggiatori negletti quanto imbranati. La trasformazione è
repentina, lasciato alle spalle il Divin Fiume, si attaccano alla boccetta di
Jekyll ed ecco Mr. Hide, con tanto di bastone e ghigno luciferino, pronto a dar
fondo ai danè pubblici con grande sollazzo degli allevatori ai quali, per anni,
la Lega ha fatto pagare dallo Stato le multe della UE. A quel che resta della Lega, rimane solo l’alleanza con Silvio. Lui sa. Lui capisce.
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Implacabile, direi.
RispondiEliminaMarco
E che sei un profeta? Hai visto, detto... fatto. Lega e Pdl insieme.
RispondiEliminaCarlo
Non ci voleva mica Nostradamus! Forse Max sì, però...
RispondiEliminaan