Il
fatto è che ci troviamo in un posto dove si “respira ancora il
profumo di socialismo”. Ad affermarlo non siamo noi cosiddetti
occidentali, catapultati in una città dove spira un vento (dicono)
famosissimo per la sua glaciale violenza, ma alcuni degli autoctoni,
con i quali stiamo condividendo le ore che precedono la cerimonia di
inaugurazione di Capitale Europea della Cultura (con Marsiglia) 2013.
Košice è una città della
Repubblica Slovacca di quasi 250mila abitanti, nella quale i tratti
urbanistico-architettonici sono ancora quelli del socialismo che fu,
quello “reale”. Sono stati imbrattati da Lidl e da Ikea, dal Cane
a sei zampe più famoso del mondo e dalle boutique delle grandi firme
della moda internazionale. Si è riempita di centri commerciali con
Euronics e MacStore inclusi ma, ormai, tutta l'Europa è un solo
grande paese di capitalisti e finanzieri d'assalto, dove a ogni
angolo trovi una banca e dietro quella banca, un'altra banca. Noi
dormiamo davanti alla sede di Unicredit, speriamo che a nessuno venga
in mente di scassinarla perché, specie di notte, il vento di
Košice, sempre quello famoso
per la sua glaciale violenza, è un'ottima compagnia, dei colpi di
pistola e delle sirene della polizia faremmo volentieri a meno. In
questo contesto un po' surreale e un po' no, dove si respira il
profumo del socialismo e l'olezzo dei nuovi ricchi, andando a letto
con le galline, capita di vedersi in streaming Servizio Pubblico.
Così come capita che, per attendere un'ora decente prima di
infilarsi sotto il piumone, uno sfogli i giornali italiani online. Ed
eccolo Marcello Dell'Utri per il quale, il procuratore generale Luigi
Patronaggio, ha chiesto la condanna a sette anni di carcere, per
“concorso esterno in associazione mafiosa”. Nulla che non si
sapesse già, e richiesta rinviata di qualche mese dopo che la
Cassazione aveva annullato il verdetto di secondo grado per un
“difetto di motivazione”. Ma sapete qual è la notizia che ci ha
colpito di più? La mafiosità di Dell'Utri? Quando mai! No. Il fatto
che il boss Gaetano Cinà, per il Natale del 1986, abbia inviato a
Silvio Berlusconi una cassata di 11 chili con la scritta Canale5. Che
diavolo ci abbia fatto Silvio con 11 chili di cassata siciliana non
si sa, però, quello che conta, è stato il gesto. O no? Ed è la
Sicilia a tenere ancora banco, perché c'è stato (clamoroso quanto
inaspettato), il passo indietro del Pd e di Bersani, sulle
candidature “eccellenti” dell'isola. I chiacchieratissimi
senatori uscenti, Crisafulli e Papania, non sono stati ricandidati.
L'Etna ha iniziato a borbottare, e quello che si prevede nelle
prossime ore, è un vero e proprio terremoto ai vertici del partito.
In compenso, Piergigi ha preferito tenersi buoni i ricchi, per la
serie “un colpo al cerchio e uno alla botte”. Ha detto chiaro e
tondo che lui la “patrimoniale” non la introdurrà mai, andando
contro perfino Flavio Briatore, che della tassa sui patrimoni è un
fervente sostenitore. Non commentiamo l'ultima uscita di Beppe Grillo
sui sindacati da abolire. Ormai Beppe, pur di far parlare di sé,
sarebbe disposto ad affermare di essere la reincarnazione di Giovanni
Dalle Bande Nere. Staccando per un momento gli occhi e le antenne
dall'Italia, continueremo per le prossime ore a respirare il profumo
di socialismo. E a immaginare che, all'improvviso, il Mega Center
Ikea si trasformi nel “Супермаркет народа Lenin”.
до свидания.
E' una malattia, vecchio!
RispondiEliminaAlfred
PS. Possibile nessuna slovacca?
Non sono mica tutti puttanieri come te!!!
RispondiEliminaVania
Rinsavimento senile? Calo di desiderio? Revisione esistenziale? Ah, saperlo!
RispondiEliminaal
Magari solo voglia di stare con me...
RispondiEliminaCiao vecchio, saluti a Polifemo.